Friedrich Cerha: Concerto for Percussion and orchestra/Impulse

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La registrazione del “Concerto per percussioni” di Cerha soddisfa l’esigenza di trovare nuove ed eccitanti aggiunte al repertorio delle percussioni;  in presenza di attori di importanza macroscopica come l’orchestra della Philarmonica di Vienna, la cui conduzione viene affidata per l’occasione a personaggi come Eotvos o Boulez, è facile apprezzare il carattere puramente strumentale delle opere, ma la realtà è che nel mondo contemporaneo pochi hanno saputo trasferire il proprio stile compositivo, quando maturato nell’orchestra, nell’àmbito di una produzione dedicata al solo mondo percussivo. Oltre ad essere necessaria una proprietà di conoscenze degli strumenti, è anche indispensabile avere delle buone idee di rappresentazione, per evitare di cadere nella trappola di scrivere qualcosa che poi resti anonima dal punto di vista musicale. Sembra che questo concerto scaturisca dalla richiesta dell’emergente percussionista Martin Grubinger fatta a Cerha, di scrivere qualcosa per lui: in realtà poco di questo concerto sembra calzare sulla misura di Grubinger, perchè in fin dei conti l’idea che rinviene dall’ascolto è quella di trovarsi di fronte ad un mondo sonoro universale applicabile a chiunque e che è esclusiva del compositore austriaco. “Concerto for Percussion and orchestra” propone Cerha nella curata veste percussiva, che è un tantino diversa dal compositore imbrigliato anche con le formalità “classiciste” della prima scuola viennese, ma questa è anche una delle sue grandi doti: senza dubbio il concerto è stato ben pensato, ma sembra essere una diretta esplicazione di un semplice flusso scorrevole di pensieri e sensazioni che l’autore viennese ha solo messo su pentagramma. L’orchestra è presente all’inizio e alla fine della composizione ed è sempre accompagnata da una dinamica percussiva potente e tesa alla creazione di naturale astrazione (Cerha si incontra con Varese), poi i leggeri archi introducono lo xilophono di Grubinger, che si insinua in tutta la parte centrale, dominando il paesaggio immaginario di Cerha con splendide e placide oasi sonore, che raggiungono un picco nella lunga parte trasognata, in cui sembra di assistere ad una scena tratta dalle avventure di Alice perduta nel paese delle meraviglie. Costruito tutto su incroci percussivi di varia natura, che vengono risaltati in lenta successione, si ristagna in un affascinante clima misterioso, dove le percussioni regnano sovrane comandando gli eventi. Colpisce la considerazione della natura fisiologica della musica che si affianca all’osservazione dei fenomeni, come spiega sommariamente il compositore nelle note interne “....Ero originariamente stimolato dall’osservazione dei movimenti lenti dei corpi celesti che recuperano terreno e sorpassano, svolgendo un ruolo in molti settori della vita…”
“Impulse”, scritta in ossequio ad una commissione ricevuta nel 1996 dalla Philarmonica di Vienna, fu il primo tentativo di Cerha di scrivere qualcosa sulla falsariga del Concerto per percussioni, ma essa ha ancora qualcosa di parziale del mondo compositivo di Cerha; tuttavia l’uso del vibrafono, marimba e campane nella parte iniziale, contrapposto al gioco delle percussioni basse (grancassa, tom-tom, congas, etc.) di quella finale, offrono la possibilità di trovare nello stesso cd una completa panoramica delle modalità percussive di Cerha; pur trovandosi di fronte ad una unità forse troppo strutturata rispetto al “Concerto per percussioni”, da “Impulse” emerge un’impronta più tesa alla drammaticità, in relazione a quel consueto connubio voluto dal compositore, che sembra far specchiare Schoenberg in acque moderne, come se ne fosse una propaggine.
Consigliato vivamente a tutti coloro che ammirano le percussioni in generale!
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.