Nuovo disco per il violinista Mark Feldman e sua moglie la pianista Sylvie Courvoisier. Il cd, uscito per la Tzadik, si intitola “Oblivia” e costituisce l’ennesima prova positiva del duo che definire jazz mi sembra riduttivo. I due artisti sono dei virtuosi dei loro strumenti che approfondiscono i percorsi iniziati come musicisti d’avanguardia: Feldman, è il violinista del momento: di stampo classico, con continue incursioni nel jazz e nell’avanguardia; la Courvoisier, di stampo free-jazz con un appeal verso le sperimentazioni sonore, è una delle rappresentanti di spicco del moderno movimento femminile del jazz e della libera improvvisazione: penso a I.Mori, S. Ibarra, J. Leandre, L. Anker, ecc. La Courvoisier, inoltre, utilizza tecniche non convenzionali per suonare il pianoforte: cioè suona anche all’interno dello strumento.
“Oblivia” non si rifà a nessuno dei dischi precedenti del duo ed in questo senso è una novità: il primo disco “Music for violin and piano” era un disco di classica, quelli commissionati da John Zorn “Masada recital” e “Malphas” erano invece dedicati alla Jewish Music, e come tali erano espressione più del compositore, John Zorn, che degli esecutori; “Oblivia” è invece un vero e proprio disco dei due autori, nel quale vi è un magnifico interplay: dal canto suo, la pianista svizzera crea una serie di trame e timbri che evocano disparate sensazioni, mentre il violinista americano riesce a rievocare classicità ma non disdegna effetti sonori particolari sullo strumento (frutto anche delle tecniche non convenzionali usate sugli strumenti).
E’ un perfetto esempio di interazione tra la musica colta e l’improvvisazione jazz, potremmo dire l’evoluzione dei dischi di Cecil Taylor o Leroy Jenkins per citare due mostri sacri dello strumento in ambito free jazz, ma sarebbe necessario tirare in ballo, almeno per la formazione di Feldman, anche compositori classici periodo barocco-neoclassico sino al primo romanticismo, che facevano largo uso del violino.
Il cd si divide in brani brevi e lunghi: mentre i brani brevi sono dei transiti “avant” (veri e propri frammenti di avanguardia free), le composizioni più lunghe sono la materia nelle quali il duo lavora per trasmettere certi contenuti: in tal senso memorabili sono “Purveyors”, “Basorah”, “Dunes” e “Sous une reve huileux”, in cui si mescolano i pensieri ed i sentimenti dei musicisti. Probabilmente il loro miglior disco.
Discografia consigliata:
Mark Feldman,What Exit, ECM 2006
Sylvie Courvoisier:
-Passaggio, Intakt 2002 (con J.Leandre e S.Ibarra)
-Signs and epigrams, Tzadik 2007 (piano solo)
M. Feldman/S. Courvoisier: (assieme)
-Music for violin and piano, Avant Japan, 1999
-Masada Recital, (su composizioni di J. Zorn con arrang. di Sylvie), Tzadik, 2004
-Malphas, Tzadik, 2006