Roger Doyle. Cool steel army

0
622
Composer Roger Doyle in China, Source Own work Author StPaul353, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.

 

Musicista elettronico irlandese attivo già dagli anni ottanta, oltre ad essere il “nonno” dell’elettronica irlandese, Roger Doyle è uno degli esponenti più interessanti del minimalismo applicato al teatro. Poco conosciuto se non negli ambienti dell’elettronica, Doyle si è sempre diviso tra due prospettive musicali: da una parte l’uso (anche elettroacustico) dei suoni confezionato in diversi dischi in volumi e l’utilizzo del “minimalismo” classico, entrambi inseriti in un contesto dove l’aspetto narrativo (che lo rende più fruibile in teatro) è un aspetto fondamentale. Quindi un compositore, musicista da ascoltare magari con l’ausilio di immagini o cortometraggi: è proprio quello che succede ai suoi concerti o nelle colonne sonore a cui prestato la sua musica. Doyle narra attraverso voci appropriate storie tra le più disparate e la sua musicalità ben si presta a descrivere il moderno concetto “ambientale”, cioè musica che accompagna la nostra vita in tutta la sua quotidianità. In questo ultimo album (tra i suoi migliori) tali aspetti sono rimarcati da due nuovi brani in perfetto stile minimalistico con apporto di elettronica e una versione di “Adolf Gebler, clarinettista” che è una colonna sonora per un film immaginario, viene anche chimato un ‘cinema per l’orecchio’. Suonata dal vivo con orchestra, pianoforte e voce femminile, i dialoghi pre-registrati e gli effetti sonori provenienti dagli altoparlanti, danno all’ascoltatore l’impressione di essere presente alla proiezione di un film, che però non può vedere, solo sentire. La storia è quella di Adolf Gebler andato a vivere in Irlanda dopo essersi innamorato di una mascherina incontrata dopo un concerto a Dublino nel 1910.
Discografia selezionata:
-Babel, Sido 1981 (ristampato in tre volumi per la Silverdoor 1998) per i suoi lavori compiuti nell’elettronica (anche elettroacustica e ambientale) che ha richiesto quasi dieci anni per la sua realizzazione.
-Budawanny, Silverdoor 1987, colonna sonora di due films diretti negli anni ottanta dal regista irlandese Bob Quinn, per i lavori “cinematografici” o “teatrali” ove sono presenti anche elementi tipici della tradizione folk irlandese.
Articolo precedenteBrad Mehldau. Highway Rider
Articolo successivoPaul Motian: Lost in a dream
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.