Paul Motian è senza dubbio il batterista jazz che ha segnato profondamente l’evoluzione dello strumento: con lui la batteria da strumento ritmico si è evoluta in un finissimo meccanismo di smussatura musicale. L’uso sapiente dei piatti, delle spazzole, dei silenzi ha introdotto nel jazz quello che io chiamo talvolta “ricamo”, un lavoro di tessitura attorno agli strumenti musicali che ne esalta le qualità interiori, che gli dà una “voce” particolare e permette al compositore di esprimere al meglio le proprie idee.
La carriera di Paul Motian parte da lontano e non è certo una scoperta: a lui si riconducono le collaborazioni con il primo Bill Evans che, nel riproporre l’arte del trio, trovava in lui uno dei migliori e più intimi interplay del tempo; ma nelle collaborazioni il batterista americano è sempre stato punto di riferimento, da Paul Bley a Charlie Haden, da Pierre Favre a Keith Jarrett in tempi meno recenti, fino a quelle essenziali ricoperte con i jazzisti più contemporanei (penso ad es. a quella con la pianista israeliana Anat Fort).
La carriera solistica non ha fatto altro che creare i propri “standards” e in tal senso Motian non ha sbagliato un disco almeno fino a “One Time Out”, in un continuo processo di miglioramento dei brani: si può dire che questa tendenza è emersa in quasi tutta la produzione del batterista degli ultimi quindici anni e “Lost in a dream” nè è una piena conferma. Il disco, tratto da concerti dal vivo al Village Vanguard in compagnia del sassofonista Chris Potter (un musicista dotato di uno stile progressivo con brucianti assoli) e del pianista Jason Moran, è notevole, seppur la maggior parte dei brani sono rivisitazioni di temi già composti e sentiti in suoi dischi o in dischi di altri (“Birdsong” apparve sull’album Tati di Enrico Rava), compreso l’aggiunta di uno standard di Irving Berlin; ma non si può certo dire che questa è “routine” musicale.
Discografia consigliata (solo come leader):
Uno dei capisaldi della musica dell’Ecm R., per l’etichetta tedesca consiglio:
Conception Vessel, 1972 /Tribute, 1974 / Dance, 1977 / Le Voyage, 1979 / Psalm, 1982 / It should’ve happened a long time ago, 1985 / I have a room above her 2004
Per Soul Note R.:
The story of Maryam, 1984 / Jack of clubs, 1985 / Misterioso, 1986 / One time out, 1987
senza dimenticare:
Troism, 1993 per Jmt R.
Conception Vessel, 1972 /Tribute, 1974 / Dance, 1977 / Le Voyage, 1979 / Psalm, 1982 / It should’ve happened a long time ago, 1985 / I have a room above her 2004
Per Soul Note R.:
The story of Maryam, 1984 / Jack of clubs, 1985 / Misterioso, 1986 / One time out, 1987
senza dimenticare:
Troism, 1993 per Jmt R.