Terry Riley: Autodreamographical tales

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Source Terry Riley Author Takahiro Kyono from Tokyo, Japan, Creative Commons Attribution 2.0 Generic license. No change was made

 

Traducendo dal testo di presentazione del disco su Tzadik Records: “….questo progetto, un diario di sogni in musica, è stato creato nel 1996 e ci presenta Terry che suona e racconta storie dal suo inconscio. Accoppiato con la sua leggendaria “Hook Lecture” da Sydney (Australia), “Autodreamographical tales” è unico nella discografia di Riley.…..”
Terry Riley è uno dei compositori-musicisti più innovativi nati nel secolo scorso: non solo perchè uno dei creatori di quella nuova corrente della musica classica chiamata minimalismo, ma soprattutto per aver avvicinato alla musica colta i fruitori della musica rock: le sue strutture musicali in specie all’organo elettronico e modificato sono state assimilate dai musicisti rock e pop; il caso più eclatante è quello degli Who di Who’s next, che hanno ricreato per i loro brani variazioni della emozionante combinazione di note ed elettronica, ma oggi l’epidemia continua e ci sono nuovi musicisti e gruppi che hanno le sue influenze; l’effetto è verso anche i consumatori del rock, che hanno trovato nella formula di Riley un’esaltante novità per le loro orecchie.
Inutile dire quanto sia importante il primo periodo musicale di Terry Riley, quello che va dal 1964, anno in cui viene pubblicato In C, atto di nascita ufficiale del minimalismo, fino ai primi anni ottanta*: in mezzo una serie di composizioni, tutte con lo stesso inconfondibile marchio, che raggruppano capolavori come A rainbow in a curved air (la sua massima espressione musicale ed una delle composizioni più straordinarie di tutti i tempi), Poppy Nogood and the phantom bandPersian Surgery Dervishes (tentativo di espandere la formula innovativa, fino a ricomprendere nell’evoluzione del brano compositori antichi ed immortali come Bach ed inserti di spiritualità orientale) e Shri Camel (un misto fra avventura e spiritualità), senza dimenticare il contributo al piano preparato di The harp of the New Albion, che assieme al “Well Tuned Piano” di La Monte Young, entra come un pilastro di diritto nella storia della musica sperimentale al piano, indicandone nuove direzioni musicali e surrettizie.

Da Shri Camel in poi, l’artista americano ha confezionato una serie cospicua di nuovi lavori, ma hanno avuto sicuramente più credito quelli che hanno cominciato a spostare la sua formula minimalista sul versante degli archi, spogliando il contenuto dell’elettronica ed accentuando l’afflato classico della composizione: in tal senso sono gli apporti del Kronos Quartet, con cui ha firmato altri notevolissimi albums.

“Autodreamographical tales” contiene due rappresentazioni piuttosto diverse tra loro, con in comune il fatto che Riley si inventa anche come lettore delle sue divagazioni mentali e musicali: se però la suite omonima (1996) si rivela un episodio minore della sua carriera, The hook lecture (2006) invece lo presenta in una veste di leggero conferenziere che lascia parlare soprattutto il suo pianoforte (non preparato), che snocciola accordi minimalisti, ma che si apre anche alle sue influenze jazzistiche: in particolare il piano rag di Scott Joplin (influenza che appariva anche nel suo disco di piano solo The harp of New Albion e soprattutto le aperture all’esplorazione armonica del piano di Bill Evans (di cui riprende We will meet again, composizione del periodo più fecondo del pianista americano, non dedito a riproposizioni standard).

Discografia consigliata:

da solista:
In C (1964): esistono svariate versioni del brano, quella che vi consiglio è quella eseguita dalla State University Center of Creative and Performing Arts, Sony Music;
A Rainbow in Curved Air (1967)/ Poppy Nogood and the Phantom Band (1968), Sony Music
Persian Surgery Dervishes, New Tone
Shri Camel, for solo electronic organ tuned in just intonation and modified by computerized digital delay , Columbia
da solista al piano:
The Harp of New Albion (1986), for piano tuned in just intonation, Celestial Harmony
con il Kronos Quartet:
Terry Riley: Cadenza on the night plain, 1984, Hannibal R.
Salome Dances for Peace, Nonesuch 1989
Requiem for Adam/The philosopher’s hand, Nonesuch 2001
The Cusp of magic, 2004, Nonesuch

Colonne sonore:

Les yeux fermés/Lifespan (soundtracks risalenti ai settanta), Elision Fields

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Nota:

*esistono libri ed articoli anche su web che discutono ampiamente di questi album fin nei minimi particolari.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.