La musica jazz ed improvvisata portoghese continua a stupire per il fervore musicale dei suoi principali centri e per la maturità raggiunta dai suoi musicisti. I nuovi factotum portoghesi sono le etichette discografiche: nel 2001 si fondano la Creative Sources Records di Ernesto Rodriguez (importante riferimento per l’improvvisazione libera) e la Clean Feed Records di Pedro Costa, etichetta di Lisbona attiva su più generi jazzistici: entrambe hanno fatto conoscere al pubblico una vera e propria pletora di artisti, ognuno con le sue specificità, dando vita ad un compendio completo del jazz di un secolo: partendo dalle ben note origini latine, i musicisti hanno percorso territori vicino al loro sentiment, abbracciando i generi storici del jazz (dal be-bop alla fusion, dal free alle avanguardie) e producendo nel contempo un loro status musicale. Certo, non sempre si tratta di prodotti particolarmente innovativi, va da sé che bisogna scavare nelle proposte, tuttavia nel complesso il risultato è molto positivo e spinge ad una costante attenzione sull’attività di questa scena.
Le prime avvisaglie di un nuovo flusso emergente si hanno nei novanta con musicisti al “confine” come Mario Laginha al piano trio o in duo con la splendida vocalist Maria Joao, che uniscono alle sonorità tipicamente latine (calypso, cantabilità brasiliana ) il loro jazz fatto anche di accenti etnici. Maria Joao collabora anche agli Azul del contrabbassista Carlos Bica; Bica propone un’interessante miscela che fonde il suo jazz “fusion” (con forti richiami alle tematiche di Bill Frisell) con il rock e le sue derivazioni moderne.
Lo scenario si arrichisce ulteriormente nel 2001, con la fondazione del Lisbon Improvisation Players, un’istituzione che raccoglie i maggiori talenti del jazz del posto, indirizzati anche alla riscoperta dell’improvvisazione libera: il sassofonista Rodrigo Amado (in assoluto il miglior musicista di tutto il movimento portoghese), Paolo Curado, Marco Franco, Pedro Goncalves, ecc. sono apprezzati nelle loro apparizioni solistiche o come session-man.
Importante è il contributo che arriva dai musicisti più addentrati nell’ambito di quanto può considerarsi avanguardia: il trombettista Sei Miguel, da sempre vicino alla sperimentazione di Cage, propone una forma personale di interazione tra il free e le culture classiche “moderne” (aleatorietà, concretismo, ecc.), mentre il Red Trio del pianista Rodrigo Pinheiro con Gabriel Ferrandini alla batteria e Hernani Faustino al contrabbasso, si fonda su un approccio aggressivo sugli strumenti in totale libertà individuale dei solisti.
Pian piano, la scena si arrichisce: tra i pianisti emerge Bernardo Sassetti (nelle tre varianti al piano solo, con il suo trio o nel gruppo di Holshauser), che fornisce una sua personale rilettura del jazz impressionistico, rifacendosi a compositori classici del passato come Mompou; tra i chitarristi particolarmente apprezzato è il lavoro di Mario Delgado (il Frisell portoghese) , Afonso Pais e Pedro Madalero; la sezione ritmica (contrabbasso-batteria) di Carlos Barretto e Alexandre Frazao è il punto di riferimento di gran parte del movimento: in particolare Barretto si presenta anche un’ottimo compositore.
–Azul di Carlos Bica, Believer, Enja
–Lisbon Improvisation Players, Live at Lx Meskla, Clean Feed 2002
–Mario Delgado, Filactera, Clean Feed, 2002
–Rodrigo Amado, The space between (con Carlos Zingaro e Ken Filiano), Clean Feed 2003/Teatro, European Echoes, 2006/ The abstract truth, European Echoes, 2009
–Carlos Barretto, Solo Pictorico, Museek Flaaz, 2002
–Bernardo Sassetti Trio, Ascent, Trio 2, Clean Feed 2005/e con Will Holshouser Trio, Palace Ghosts and drunken hymns, Clean Feed 2009