La modernità designa un feroce ribaltamento delle cognizioni musicali che avevano accompagnato il quartetto d’archi fino a quel momento. Accantonate definitivamente le impronte impressionistiche (che oggettivamente non avranno più significativi risultati nemmeno con il movimento neoromantico che si formerà negli anni ottanta), i compositori usano la “chambre music” come veicolo delle loro sperimentazioni: l’elenco in tal senso è lunghissimo e meriterebbe di essere approfondito in altro contesto. Colpisce l’affermazione di Boulez, che dopo aver composto su quartetto d’archi si batte per una sua totale abnegazione, dichiarando che la composizione ad esso relativa, così come è stata portata avanti fino a quel momento, è nettamente sorpassata in rapporto ai tempi; ed è innegabile che tale pensiero influisca su tutti i compositori: Cage utilizza il quartetto per dimostrare le sue teorie aleatorie, Feldman incorre in un “minimalismo” pittorico che man mano allunga le durate per rendere più monumentali le linee degli archi, George Crumb per descrivere il suo pensiero usa l’innovazione dell’ “elettrico quartetto”, il greco Iannis Xenakis teorizza sulle possibilità offerte al compositore dall’applicazione della matematica e dei fenomeni subdolamente scientifici, Stockhausen cerca un percorso sperimentale applicando al quartetto registrazioni manipolate derivanti dal suono degli elicotteri, Ben Johnston propone i suoi quartetti in “just intonation”.
Molti compositori, inoltre, compiono un salto stilistico da un iniziale linguaggio neoclassico a quello complesso dell’atonalità: particolare rilievo viene data dalla critica ai lavori di Elliott Carter, che nei suoi quartetti cerca di ricomporre un dialogo tecnico con le passate generazioni, oppure quelli di Dmitri Shostakovich, che nel suo tipico stile che ingloba la territorialità del suo popolo, offre spunti anche per una più profonda riflessione sui valori e la religione. Ma in verità, tutta la parte dell’est europeo abbraccia una riflessione più marcata sul senso della tecnica, sempre trattata in maniera moderna e con caratteristiche personali di contributo: si va dai quartetti di Witold Lutoslawski a quelli della Gubaidulina, da quelli di Kurtag a quelli di Lygeti: la lezione di Schoenberg e Webern continua a dettare legge, ma quello che si nota è un continuo aggiornamento delle tecniche di composizione, che spesso non erano parte dell’insegnamento dei viennesi, ma dell’indirizzo sperimentale dettato dal movimento americano di Cage e allievi, in un assemblamento che comunque non manca di avere momenti di assoluto valore.
Naturalmente, in questa panoramica cameratistica, non potevano mancare i quartetti dei movimenti partiti qualche anno più in là di Cage, in particolare
1) quello dello spettralismo, che vede nei quartetti di Giacinto Scelsi il suo vero predecessore con generazioni successive che daranno vita a personali rielaborazioni compiute sui timbri (cosa che influenzerà non solo il mondo della classica) e che ha nelle scuole attive di Parigi e del rumeno Horatiu Radulescu, significative e valide esposizioni.
2) quella degli attivisti minimalisti, sia in America attraverso le opere di Philip Glass, Steve Reich, Peter Garland, etc., sia in Europa grazie soprattutto al movimento inglese (vedi soprattutto le opere di Gavin Bryars), che recuperano il terreno della tonalità.
Questa continua ricerca di novità sembra non essersi ancora arrestata, anzi oggi molti compositori sono riusciti ad avere un pretesto valido per aggiungere contributi al genere: è il caso del canadese Murray Schafer, che è riuscito nell’impresa di formare un quartetto “ecologico”, cioè acusticamente rispettoso dell’ambiente. Inoltre, è da sottolineare, l’accresciuta preparazione tecnica specifica richiesta agli strumentisti, che costituisce un non incentivo alla loro proliferazione.
Discografia consigliata:
-Cage, The complete string quartets vol I/II, Arditti String Quartet, Mode R.
-Feldman, String Quartet, Naxos
-Crumb, Black Angels, Kronos Quartet, Nonesuch
-Johnston, String quartets, Kepler Q., New Wordl R.
-Xenakis, Complete string quartets, Jack Quartet, Mode
-Stockhausen, Helicopter Quartetts,Arditti String q., Disques Montaigne
-Carter, The four string quartets, Juillard String q., Sony
-Shostakovich, String quartets 1-13, Borodin Quartet, Chandos
-Lutoslawski/Gubaidulina/Kurtag, Works for String quartets, Arditti String q., Disque Montaigne
-Lygeti, String Quartets 1&2, Artemis Quartet, Ars Musici
-Scelsi, String quartets, Arditti String q., Naive
-Radulescu, Streichquartett n. 4, Arditti S.q., Jahre I.
-Glass, Kronos Quartet performs Philip Glass, Nonesuch
-Reich, Different Trains, Kronos Quartet, Nonesuch
-Garland, String quartet 1&2, Apartment House, Cold Blue Label
-Bryars, 3 string quartets, The lyric Quartet, Black Box
-Murray Schafer, String Quartets n. 1-7, Molinari String Quartet, Atma Classique