Ormai consci di essere un perfetto veicolo di stile Ecm, il trio svizzero di Collin Vallon fa la sua prima incisione per l’etichetta di Eicher: colui che regge le sorti del trio e dà spazio all’improvvisazione è il pianista Vallon, la cui formazione individuale si ricollega al pianismo classico obliquo di inizio novecento con una piuttosto pronunciato riferimento al pianismo di Keith Jarrett, e soprattutto a quello “nordico”, quindi con lo specifico compito di far risaltare un certo tipo di suono denso, nostalgico, dove il jazz viene esplorato per produrre particolare emotività sonora. Direi comunque che il trio (gli altri due strumentisti sono Moret e Rohre) risulta molto affiatato ed abbastanza defilato dalle normali prerogative dell’improvvisazione di un trio e in particolare emerge il particolare lavoro ritmico che affianca il lavoro di Vallon, dove accanto al suo pianismo giocato su toni alti si stabilisce un validissimo ed ipnotico tessuto percussivo che dona una caratteristica particolare al linguaggio dei tre musicisti (vedi “Iskar”). Questo è il terzo disco di Vallon, dopo l’esordio di “Les Ombres” del 2004 e il disco per la HatHut Records “Ailleurs” nel 2007, dove nel primo emerge una più scolastica dichiarazione d’intenti, nel secondo si assiste ad un tentativo di coniugare Jacques Brel, ritmicità e respiri orientali, attraverso anche l’uso di un piano preparato.
A Vallon piace impostare contrasti nella sua musica, in modo da creare chiaroscuri, sospensioni, notturni nella piena consapevolezza della tradizione nordeuropea e “Rruga” rappresenta la sua prova di maturità, il tentativo di portare sullo stesso piano elementi geografici di ispirazione riferiti a zone diverse con eguali caratteristiche emotive (come si evince anche dalla scelta dei titoli dei brani): chiaramente si può controbattere che questo linguaggio sia terra già conquistata dalle precedenti generazioni di pianisti anche in trio, tuttavia, come già detto prima, Vallon e il suo trio possiedono alcune peculiarità che ne fanno attraente e profonda l’espressione.