Lezioni di parametri abbinati. Qualcosa su Heinz Karl Gruber

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Una terza scuola viennese fu coniata dalla critica musicale classica negli anni ottanta: i suoi interpreti più riconoscibili erano Kurt Schwertsik, Friedrich Cerha e Heinz Karl Gruber; ma di cosa era fatta questa scuola stavolta? In quegli anni prendeva sempre più piede il cosmopolitismo dei generi musicali e il loro accoppiamento in nuove formule sonore: qui trattandosi di un movimento che era ben radicato negli studi viennesi, la particolarità per Gruber stava nel unire Schubert a Schoenberg, la predominanza delle sette note e la tecnica dodecafonica, con incursioni nell’opera teatrale (quella della protesta marxista di Kurt Weill e Bertold Brecht di cui tutti i movimenti viennesi ne erano particolarmente riconoscenti), e nell’astrattismo jazzistico di Miles Davis nel suo stile spazio-siderale. Gruber si imporrà con “Frankstein!!!” un’opera orchestrale con testi del poeta Hartmann, che enfatizza ironicamente il ruolo del mostro davanti ai fanciulli (una versione subliminalmente dedicata ai politici è stata fatta dal nostro noto musicista Elio delle Storie Tese), dove Gruber veste anche i panni dello chansonnier, compito peraltro svolto non solo per le sue incisioni (vedi “Zeitstimmung”) ma anche nelle registrazioni dei colleghi del movimento. Personalmente ritengo che il miglior Gruber si trovi nelle impostazioni orchestrali che si rifanno ad una più marcata matrice classica: in tal senso quest’ultimo lavoro della Bis Records, da sempre attenta al compositore austriaco, mette su cd alcuni dei suoi più validi sforzi compositivi, i due concerti per violino, in cui è sempre presente una brillante vena nel comporre, accompagnata da un suono volutamente “estatico” dei violini, e uno spazio dedicato alla tromba di Hakan Hardenberg in un concerto per violino, fisarmonica e banjo, dove il tedesco mette in musica il secondo episodio di “Aerial”, suo primo incontro con le tematiche di Gruber; qui si avverte un tonalismo di altra natura che ha molti punti in comune con il jazz, dove quella peculiarità della proposta di Gruber sospesa tra romanticismo e perdita di coscienza schoenberg-iana sembra voler incontrare la sensibilità e la profondità di un trombettista jazz d’avanguardia. L’esperienza concertistica ha la forza ed il carattere necessario per mostrare l’adeguata personalità musicale di Gruber, che nell’esigenza di fornire un linguaggio che sia totalmente in linea con quell’asse che parte da Haydn e Mozart e passa per Berg e Schoenberg, risulta anche quello forse più coerente con le aspettative del compositore.

 

Discografia consigliata:
-Manhattan Broadcast, Bis
-Aerial, Hardenberg, Deutsche Gramophone
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.