Los Angeles e la scuola dei cantautori

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Wilshire Boulevard west from Hope Street, downtown Los Angeles, California, on a Sunday afternoon.Source Own work Author Downtowngal, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.

 

Los Angeles aveva vissuto un forte ed emotivo momento storico nel jazz grazie a quel movimento “cool” capitanato da Chet Baker e Gerry Mulligan, che nasceva in risposta al più scattante bebop che invece era prerogativa del resto d’America; in realtà non fu la sola espressione, poichè da allora Los Angeles riuscì ad esprimere talentuosità anche successivamente con l’espansione dei musicisti hard bop e modali, dando una particolare definizione al jazz cosiddetto “west coast”: la costa era realmente il punto di riferimento delle attività degli uomini di quel paese e quella particolare formazione di musica rivestita simbolicamente di “palme” e “strati rocciosi” diede i natali al sound di Phil Spector che costruì un suo nuovo modello di pop, e (qualitativamente parlando), soprattutto diede vita alla saga delle spiaggie californiane che furono magnificamente impersonate musicalmente da Brian Wilson e dal suo famoso gruppo dei Beach Boys; ma la più profonda espressione della visuale losangelina fu la nascita di un vero e proprio movimento cantautorale, che se negli sessanta si basava su modelli “americani” generalizzati come Dylan, Paxton, Dixon, etc., dando vita ad artisti come Crosby, Young, Stills, e a buona parte della psichedelia sixties (tra cui emerge il valore trasversale di gruppi come i Jefferson Airplane di San Francisco), nei settanta acquistò una sua intrinseca autonomia: artisti come Jackson Browne, Tom Waits, gli Eagles, Joni Mitchell, Randy Newman, Warren Zevon e tanti altri, portarono il rock vicino ad una delle massime espressioni mai raggiunte: i cantautori losangelini, ognuno con le sue specificità, sfruttando i generi propriamente americani (folk, blues, country, etc.) seppero coniugare gli embrionali problemi esistenziali della loro gioventù e maturità con le istanze di una rinnovata verve musicale, che ebbe vitali e duraturi segnali discografici riposti nelle famose pretese dell’etichetta discografica del posto, l’Asylum Records. La scuola di Los Angeles diventò all’improvviso il modello stilistico di riferimento nel rock di tutto il mondo spesso in accoppiamento con quello più viscerale e romantico che si sviluppava dall’altra parte dell’America (Seger a Detroit, Springsteen ad Asbury Park, Petty in Florida, etc.) con una spiccata sensibilità degli autori verso testi intimi, introspettivi perfettamente in linea con il vivere speranzoso del momento. Jackson Browne, il cantautore in assoluto più vicino alla riflessione sulla vita e sui suoi significati, si dedicò alla scoperta dei suoi sentimenti più reconditi che ebbero probabilmente un vertice nel suo “The pretender”… Sometimes I lie awake at night and wonder, where my life will lead me, waiting to pass under Sleep’s dark and silent gate….. (Spesso mi sveglio la notte e mi domando dove mi guiderà la vita, aspettando che essa scivoli attraverso sonni oscuri e cancelli silenziosi); Joni Mitchell diventerà la principale artefice del rinnovamento folk al femminile, costituendo la guida per tutte le nuove cantautrici e approndendo i rapporti tra psicoanalisi e l’interiore mondo delle donne, in una dimensione colta e presente che arriva a maturazione completa nel canto di “Hejira”. Tom Waits ci darà la reale dimensione della vita notturna a Los Angeles, prendendo di petto tutto quello succede e che non viene detto, portandolo a sublimazione (indimenticabili sono le cartoline di “Blue Valentine”), oltre a dare letterarie versioni di storie d’amore che si rifanno ai poeti della beat generation come Kerouac e Ginsberg, vedi ad esempio la splendida dichiarazione di “San Diego Serenade” in “The heart of saturday night”. Randy Newman è invece il cittadino evoluto culturalmente che evoca i fantasmi della società in una sorta di satira che colpisce qualsiasi strato della popolazione, dai “Lonely at the top” ai “Short People”. Lo scomparso Warren Zevon è invece il reporter di guerra che si inventa i personaggi di Roland Headless Thompson gunner e le storie di spionaggio di “Lawyers, guns and money”. Persino il country ebbe un nuovo revival (il country-rock) con personaggi come Linda Ronstadt e il gruppo degli Eagles, che nei loro episodi migliori, cristalizzavano la necessità di conferire più credibilità ai sogni di una generazione, che già agli inizi degli ottanta, cominciava ad essere vittima del proprio edonismo.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.