Charles Wuorinen

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Charles Wuorinen, composer (photo from Howard Stokar, owner; free of copyright restrictions)

 

Uno dei maggiori serialisti tuttora in attività è l’americano Charles Wuorinen. Figura criticamente controversa, Wuorinen occupa spesso una dimensione di primo piano nella costellazione della classica contemporanea per le sue doti di compositore, per le quali è riuscito ad imporsi per la facilità di scrittura nel suo genere. Ma in realtà, la composizione dell’americano ha caratteri di pluralità, con un percorso stilistico che abbraccia molte parti della letteratura colta moderna: continuatore della composizione 12-tone di Schoenberg, approfondita varietà orchestrale nello stile quantitativo di Stravinsky (di cui peraltro gli furono affidate delle partiture incomplete), utilizzo degli strumenti considerati inespressivi rientranti nell’orbita degli esperimenti iniziati da Varese nell’intreccio tra composizione ed acustica e poi portati a compimento da Subotnick nei primi veri vagiti dell’elettronica applicata alla composizione. Nonostante la critica quasi in maniera unanime lo considera come uno dei maggiori rappresentanti moderni nell’ambito della serialità, lo stile di Wuorinen non ha quasi mai subito delle modifiche stilistiche tali da poterlo riconsiderare in maniera autonoma rispetto ai suoi predecessori; le composizioni, come spesso avviene, sono piuttosto difficili da digerire e pur avendo uno spessore di “partitura” notevole, devono affrontare in maniera molto più evidente il difetto che spesso ha afflitto la serialità in toto e cioè la sua presunta aridità emotiva. Mentre la critica (e la produzione discografica conseguente) pone i lavori di tipo tradizionale (quartetti o quintetti di violini o piano, molta musica da camera) come le principali terre di conquista del compositore, è probabilmente nei lavori “estemporanei” che Wuorinen ha ottenuto i maggiori risultati “mente-anima”. Chi ama il serialismo è chiaro che metterà da parte qualsiasi aspetto emotivo per concentrarsi su quelli tecnici e cerebrali; ma anche nella cerebralità altri autori sono riusciti a trovare un giusto punto di equilibrio, qualcosa che Wuorinen ha trovato solo saltuariamente nella sua lunghissima carriera di compositore fatta da oltre 250 scritture (in tal senso penso ai concerti per piano ad esempio). Personalmente, trovo che il “Percussion symphony” sia notevolmente più accattivante degli “String quartets” o che la “Mass for the restoration of S.Luke in the Fields” o anche la “Dante Trilogy” siano opere filosoficamente e musicalmente più interessanti di molti suoi approfondimenti sulla musica da camera o sulla teoria della geometria frattale. Perciò l’opera completa di Wuorinen ha bisogno di un processo di rivisitazione che tenda a sottolineare l’importanza del compositore nell’ambito della modernità classica, attribuendogli dei punti chiave diversi da quelli che privilegiano solo l’ambito accademico della composizione.

 

Discografia consigliata:
-Lepton: Time’s Encomium/Lepton/New York Notes/Ephitalanium, Tzadik R.
-Percussion Symphony, New Jersey Percussion Ensemble, Nonesuch
-Piano Concerto n.3/Golden Dance, Blomstedt, Meet the Composer
-Genesis/Ave Christie/A solis Ortu/Mass for the restoration of St.Luke in the fields, Albany Records
-Tashi/Percussion Quartet/Fortune, Naxos
-Dante Trilogy, Naxos
-Six trios, Naxos

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.