Lawrence Dillon: Violin music

0
508
Tra le migliori proposte in quartetto d’archi, nell’ambito dei compositori americani delle nuove generazioni, c’è sicuramente quella di Lawrence Dillon, classe 1959: oltre ad essere molto richiesto dai musicisti statunitensi a caccia di autori da proporre, Dillon è anche molto considerato dalle maestranze musicali americane e a testimonianza di questo interesse, la Naxos Records gli ha dato una vetrina più adeguata ai suoi meriti; Dillon, al momento, è un vero e proprio specialista del quartetto d’archi, con varie pubblicazioni in tal senso; ma è la compiutezza e la ricchezza sonora che colpisce delle sue evoluzioni musicali, poichè in possesso di un stile lirico, nettamente in evidenza acustica, con influenze che spaziano per tutta la letteratura classica del quartetto: c’è un uso frequente di “ostinati” (anche in senso ritmico) che richiama alla memoria le prodezze stilistiche dell’equivalente storico Bartok, vi sono elementi di contrappunto barocco, così come la dialettica sonora di base è un misto tra tonalità romantica e abbinamenti seriali vicini a quelli profusi in passato da Elliott Carter di cui è stato anche allievo. Dillon, le cui registrazioni al momento sono raccolte in pochi cds per etichette diverse, è anche famoso per il suo blog instaurato sul portale di musica contemporanea Sequenza21.com (che vi invito a seguire, perchè sobrio nelle notizie e attento nella proposizione di “nuovi compositori” e “nuove composizioni”. Dillon, con i suoi cicli di quartetto, ha completato un progetto di ridefinizione di alcune forme classiche di approccio alla partitura: lo scherzo, la fuga, l’aria, il rondò, la ciaccona, il passacaglia vengono riportate nell’universo sonoro del quartetto con un’operazione in cui si assiste ad una ricontestualizzazione degli elementi che le hanno formate: qui gli intrecci cercano di riflettere in immagini visive i temi sottostanti; ciò che ne scaturisce è un sensibile stile di risulta, che tende a raggiungere un adeguato livello di diversità emotiva: la sua particolarità è nel segnalare, tutte assieme, quelle sensazioni più disparate dell’umanità che vanno dalla malinconia allo struggimento, dal divertimento ad una serenità estatica, dal misterioso allo spavento. Il suo “Violin Music” per la Naxos (inserito già tra i classici americani) è un ulteriore sforzo di connessione multistilistica tesa stavolta a formare un corpo di composizioni utili per un approccio da camera, in cui emerge la bravura della violinista Danielle Belèn.

 

Discografia consigliata:
-Insect and paper airplanes, Bridge Records 2010

-Chamber Music, Albany R., 2002


Articolo precedenteLa Kranky Records e il suo versante ambientale
Articolo successivoAlcune considerazioni sul free jazz californiano
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.