Violini ed ambienti newyorchesi: Todd Reynolds e Cornelius Dufallo

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Steve Reich Ensemble playing Different Trains by american composer Steve Reich (from left to right) Liz Lim-Dutton, violin, Todd Reynolds, violin, Jeanne LeBlanc, cello, Scott Rawls, Viola Russ Hartenburger at the back- originariamente pubblicato su Flickr come Steve Reich Ensemble nel ruolo di Different Trains, creatore Todd Reynolds - CCA Share Alike 2.0

 

Uno degli string groups noti nella musica classica di oggi sono gli Ethel, formazione da cui hanno transitato molti elementi di spicco del violinismo di impronta minimalista. Tra questi due di loro hanno recentemente pubblicato i loro albums d’esordio che sono completi compendi del loro punto di vista artistico e si pongono come delle perfette rappresentazioni di summa di quello che una parte dei violinisti “classici” ha intrapreso come percorso di crescita musicale; parlo delle pubblicazioni Innova di Todd Reynolds e Cornelius Dufallo: entrambi accomunati dalla concezione di un polistilismo senza frontiere, i due americani finalmente raccolgono su un’unica fonte la loro più intima veduta musicale, che se parte da una prospettiva comune, con un più approfondito ascolto, mette in moto anche peculiarità a loro ascrivibili.
Outerborough” di Reynolds, è un doppio cd che comprende nel primo di essi brani composti per la propria esposizione, mentre il secondo raccoglie i lavori composti per altri compositori/musicisti a lui affini. E’ una potente fotografia dell’artista, quella che si rinviene dall’ascolto, che abbraccia il concetto allargato del puzzle di generi (classica minimalista, rock, jazz, elettronica, raga and western sounds) senza dimenticare quel gusto di ricerca melodica che il violino in particolare ha avuto nella sua secolare storia: come dire, si, la ricerca va avanti, ma non dimentichiamoci Bach e i romantici. E’ un discutibile approccio alla materia, perchè se da un lato non possiamo prescindere dalla modernità della proposta che tende a trovare punti di contatto programmatici, dall’altro ripresenta spesso le modalità di approccio tradizionale del violino, così come lo abbiamo conosciuto nel passato. Quello che emerge è una spiccata ricerca indiretta della melodia, in cui il violino deve avere una sorta di predominio del tema, proprio come succedeva tanto tempo fa. Questa tendenza, portata soprattutto avanti dai violinisti di stampo minimalista, trova anche una sua ragione d’essere nella volontà di rappresentare la realtà così come può essere sentita da un musicista sensibile alle evoluzioni dell’ambiente circostante: in questo senso “Dream Streets” di Dufallo è uno splendido esempio di moderna compenetrazione musicale della società attuale di New York, che offre elementi di spunto riflessivo per una riaffermazione solistica del violino, con ripescaggi di umori barocchi e classici e contemporaneamente presenta riempimenti musicali costruiti con elettronica ambientale mirabilmente messa di contrasto a questa storicità dello strumento. (questo aspetto emerge soprattutto nella “Suite for electric violin”). Dufallo dimostra il suo spiccato senso della musicalità che riesce ad emergere in qualsiasi tipo di contesto: è lui che ha impreziosito molti lavori di compositori ed artisti residenti a New York, imponendo una freschezza di stile non riscontrabile facilmente nei suoi colleghi.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.