Prospettiva Vietnam

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Alexandre Delbos N'guyen Lê, Huong Thanh et Dominique Borker - 23 jan. 2008 - Université du Mirail, creativecommons.org/licenses/by/2.0/, no change was made
 Il Vietnam consta di almeno 50 etnie riconosciute al suo interno. Senza volerci addentrare nelle tradizioni singolari di ognuna di loro e cercando di restare nel fenomeno musicale d’insieme, questo stato ha subìto gli influssi cinesi e parzialmente indiani (per via della dominazione al centro-sud dei Champa, asiatici aderenti alla cultura dell’induismo). Può essere considerato quindi molto vicino al gruppo che la vede assieme a Corea e Mongolia appartenente ad usi e costumi strettamente legati al mondo cinese e giapponese.
La musica vietnamita ha una sua tradizione antica di corte e chiaramente un diversicato folklore musicale. Tuttavia la forza e l’accessibilità della sua musica sta tutta nelle sue caratterizzazioni: gli strumenti e le voci; se è vero che sarebbe necessario rifarsi alla cultura cinese per avere un primo quadro di approccio allo sviluppo musicale del paese, è anche vero che il Vietnam ha nel corso del tempo costruito la sua musica attraverso una serie unica di strumenti a corda e a percussione parzialmente affrancata da quella orientale: si va dal dan bau, un monocorde distintivo del paese (una sola corda!) al dan tranh (una sorta di chitarra a 17 corde di piccole dimensioni), dal dan nguyet (un liuto a due corde) al dan nhi (due corde suonate con un archetto) e così via fino a xilofoni e percussioni. Il potere di essi è immenso, sono l’espressione di una recondita saggezza di vita e di pensiero che si basa sulla filosofia controversa della religione, ma che dal punto di vista musicale ha da sempre contrastato le convenzioni occidentali basate su note e regole armoniche ben stabilite e riconosciute. Qui i glissandi, la microtonalità e la dissonanza organica sono sempre stati di casa. La particolarità sta nel calibrare i timbri dei vari strumenti, nell’uso decorativo che essi acquistano in funzione del tema musicale ricorrente. Le vocalità seguono le linee melodiche degli strumenti: è una speciale modo di cantare, grazioso e rappresentativo, che utilizza in maniera pressochè costante cadenze e melismi.
Dal punto di vista discografico esistono ormai moltissime registrazioni disponibili per farsi un’idea delle tradizioni musicali del Vietnam; tuttavia, forse per motivi di orgoglio etnico e per la mole del lavoro di riproposizione, non c’è una raccolta riepilogativa che faccia il punto in maniera sintetica sull’argomento. Molte registrazioni si concentrano su alcune etnie, altre mettono in evidenza il lato storico/artistico del paese (soprattutto il versante teatrale), altre si concentrano sugli strumenti senza approfondire le stesse con una visione più generica. Lascio a voi il compito di valutare questi aspetti: mi preme solo sottolineare come personaggi illustri della musica come ad esempio David Parsons (noto musicista new-age di stampo tibetano) siano stati affascinati dal Vietnam e abbiano voluto registrare qualcosa direttamente sul posto; inoltre, professori e musicologi del posto hanno dato vita ad una sorta di biblioteca musicale vivente, il Vietnam Musicology Institute, dove è possibile fare ricerche sulla materia tradizionale e visionare gli strumenti. Tra questi cultori della materia sicuramente vanno menzionati Phong Nguyen e Pham Duc Thanh, con registrazioni fondamentali anche in un’ottica di revisione e aggiornamento dei suoni della regione.
Il Vietnam odierno, dopo aver smaltito anche burocraticamente le drammatiche vicende relative alla guerra, si è aperto alle contaminazioni con la musica occidentale, sia nel versante pop che jazz. In questo secondo abbinamento due personaggi come il chitarrista Nguyen Le e la cantante Huong Thanh definiscono il sound vietnamita nell’ambito di operazioni di internazionalizzazione del sound. Il gruppo di collaborazione nato intorno ai due artisti (in cui si ricalca la partecipazione costante del nostro trombettista Paolo Fresu), con una sede naturale in Francia, ha posto le basi per una scoperta indiretta della tipologia culturale e degli spazi sonori del Vietnam, tramite una commistione degli stessi con elementi derivanti dallo stile “fusion” appartenente al jazz dei settanta.
Discografia consigliata:
Ca Trù – The music of North Vietnam, Ninbus 2001
Phong Nguyen, Traditional music of Vietnam, Lyrichord 1991 LP
The Perfume River Traditional Ensemble – Music from the Lost Kingdom: Hue Vietnam, Lyrichord 1998
Pham Duc Thanh, Vietnamese Traditional Music, Oliver Sudden 1997
Artisti Vari, The music of Vietnam, 3cds, Celestial Harmonies 1995 (David Parsons)
Nguyen Le, Tales from Vietnam, Act 1996
Huong Thanh, Moon and wind, Act 1999 e successivi
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.