Differenza tra “Organizzazione Tonale Ionica” ed “Organizzazione Tonale Lydia”

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Ve lo spiego con un esempio molto semplice.

Prendiamo la scala di D Dorian.
Se alla base della organizzazione tonale poniamo una scala ionian, allora la tonalita’ è C maj perchè D Dorian è il secondo grado della scala di C Ionian.
Se alla base della organizzazione tonale poniamo una scala lydian, allora la tonalità è F lydian perchè D Dorian è il sesto grado della scala di F Lydian.
Ritengo che il concetto sia molto chiaro.
A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: a cosa serve tutto ciò se il modo D dorian è lo stesso e comunque anche i modi della scala C Ionian e F lydian sono gli stessi?
La differenza è notevole perchè nella scala ionian abbiamo il II-V-I e cioè D-7/G7/C ove C è la stazione tonica terminale e D-7 ha il ruolo di II nel giro armonico II-V-I. E’ in altri termini semplicemente un accordo di passaggio in un giro armonico.
Da ciò ne consegue che tutta l’armonia che scaturisce da una organizzazione tonale ionica, per l’esistenza del II-V-I e di una stazione tonica in cui converge tutto, è cadenziale e finalizzante, racchiusa fra le due toniche della scala ionica.
Nella scala lydia non abbiamo un II-V-I inteso come Dorian, Mixolydian, Ionian e quindi il D-7 (sesto grado della scala di F lydian) non è un accordo di passaggio, non fa parte di un giro armonico cadenziale e convergente verso l’ I.
Tutta l’armonia che scaturisce da una organizzazione lydia, per l’assenza del II-V-I e di una stazione tonica in cui converge tutto, non è cadenziale, verticalizza e non è racchiusa fra due toniche perchè la scala lydia possiede una sola tonica.

Giuseppe Perna

Qualcosa di me:
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.