La fondazione nel 1999 della Kairos Records ad opera di Barbara Franzen e Peter Oswald, trova la musica contemporanea europea ad un passaggio generazionale: se ben documentata era l’attività discografica dei vari Boulez, Ligeti, Scelsi, etc., moderato era l’interesse verso le registrazioni delle nuove generazioni che erano ancora sparse in compilazioni per labels indipendenti e misconosciute. I caratteri teoricamente astratti della musica, non favorivano nemmeno una cultura della registrazione ufficiale come prova tangibile di un contributo al genere, che potesse costruire dei percorsi nuovi all’interno della ormai rinvenente tradizione “contemporanea”: l’opera dei due viennesi ha dato probabilmente il via a questa nuova codifica della musica contemporanea, con scintillanti registrazioni da studio aventi valore di suggello, imposte come “definitiva” registrazione di quel compositore; le migliori registrazioni di Messiaen, Nono, Scelsi, Kagel, Grisey, Lachenmann, etc. si affiancarono a quelle dei migliori giovani compositori in circolazione in tutta l’area europea (con una forte presenza dei compositori spagnoli, oltre che naturalmente di quelli austro-tedeschi). La stretta collaborazione con la Klangforum Wien ha favorito la qualità degli interventi, creando una sorta di miraggio per i giovani musicisti, che vedono nell’aggregazione viennese un punto di eccellenza e di condivisione dei loro obiettivi: l’orchestra da camera viennese ha affiancato al Konzerthaus organici famosi come la Vienna Symphony Orchestra o la Vienna Chamber Orchestra, creandosi un alone di mitico polo dell’avanzamento musicale.
Nonostante gli alti costi delle registrazioni (specie quelle delle orchestre) pongano seriosi interrogativi sul futuro, si deve senza ombra di dubbio rimarcare che l’attività della Kairos R. rimane ancora la più limpida e la più piena di devozione e passione, tesa ad attribuire al proprio catalogo e ai suoi partecipanti (compositori, musicisti e tecnici in generale) un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’arte musicale e di quelle collegate (teatro, filosofia, letteratura, cinematografia), un ruolo che si sostanzia nella convinzione che questa musica così controversa debba essere letta come rappresentazione della società odierna e della nostra vita.
A giugno 2015, la Kairos ha subito un processo di riorganizzazione che l’ha vista entrare nel gruppo Paladino Media di Martin Rummel. Per via di questo accordo, dopo 137 registrazioni, Oswald e Franzen cedettero la proprietà della label, con Oswald che aveva assunto preziose funzioni di consulenza artistica, assieme al management dell’etichetta, affidato ufficialmente ad Andreas Karl; il rafforzamento dell’etichetta profuso da Rummel è stato controbilanciato dal decesso prematuro di Oswald, mentre Karl ha lasciato la casa austriaca per insegnare in Oriente.
Oggi, in mezzo a tre/quattro players oligopolisti della contemporanea austro-tedesca, la Kairos risulta vincente per più motivi: la scelta dei compositori e degli artisti, uno spiccato senso dello stile, il formato pregiato dei libretti e dei cds, la qualità degli interventi musicologici e critici, l’interesse per un catalogo specializzato con copertine che risaltano come frammenti di opere d’arte.