Modern Organ works

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he organ in Kallio Church in Helsinki. Source Own work Author Denis Koshelev. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.

 

Uno degli strumenti più trascurati dalla storia musicale coinvolge l’organo a canne, il tipico strumento rinvenibile nelle chiese cattoliche romane nonchè in molte chiese appartenenti alla religione protestante; i  problemi che si pongono oggi sono sia ontologicamente “musicali” sia di prospettiva naturale dello strumento. Nonostante in molti cerchino di esaltare le possibilità lavorative dello stesso, la verità è che le maestranze interessanti sono reticenti e miopi nel non vedere che si è verificato un netto calo dei specialisti del settore da una parte, i quali temono uno stato recessivo anche in questo campo, ed dall’altra lo stesso stato sta colpendo in maniera indiretta il lato dei costruttori. Mentre, per quel che riguarda l’aspetto intrisecamente musicale un fattore di sconvolgimento deriva sicuramente dal fatto che la preparazione degli organisti si deve scontrare con l’effettività dei tempi ormai da tempo inseriti in una tendenza che privilegia la contemporaneità stilistica delle partiture. Quest’ultima, scaturita dalle prime opere all’organo di Messiaen (tra cui si ricorda il picco della “Natività”), ha profondamente ribaltato il concetto di virtuosismo e melodicità che partito dall’esperienza di Bach e Handel portò alla nascita della scuola di organisti francese superdecorata di Franck, Vierne, Tournemire, etc.; Messiaen aveva introdotto nelle composizioni religiose all’organo una sorta di principio della “consapevolezza” dei tempi, per cui lo stesso ricreava un mondo in sospensione religiosa, dove era più importante però attribuire importanza al suono e non all’effetto. Le sue composizioni scritte in una fase prodromica rispetto all’apertura completa del “tappo” contemporaneo avvenuta qualche anno più tardi (tra il 1947 e il 1950), contenevano già modifiche tecniche di rilevante importanza: ispirandosi ai suoni ambientali che Messiaen percepiva attorno a lui (probabilmente mentre era seduto a comporre), quelli degli uccelli che parlavano in un loro linguaggio, quello dei santi che bisbigliavano i loro messaggi mistici, quello ispirato dalle artistiche espressioni delle finestre delle chiese antiche, etc., il francese riuscì quasi naturalmente ad incrociare il cambiamento avvenuto nella tendenza (pienamente poi affrontato e approfondito negli anni del serialismo). Con la dimensione organistica Messiaen creò dei legami più forti con l’atonalità, con l’utilizzo di accordi prolungati misticamente “ambientali”, dove l’organo sviluppa le sue partiture come in una sorta di “cammino” spirituale che guida la dinamica delle composizioni. E’ in questo solco che prenderanno vita le fruttuose esperienze di “In Nomine lucis” di Scelsi (1974), del “Fa-Si” di Berio (1975), nonchè quelle artisticamente ancora più ardite di Ruzicka in “Z-Zeit” (1976) o del Feldman minimalista di “Principal Sound” (1980).*
Tra le novità di quest’anno all’organo ve ne sono almeno tre che sono degne di essere menzionate anche per i motivi sopraesposti: innanzitutto si segnala una raccolta completa dei lavori all’organo di Wolfgang Rihm per la Wergo R. in cui si delineano le differenze accennate tra l’organismo post-1950 e quello con più accenti melodici devoto al sinfonismo francese; un ottimo esempio di quest’ultimo viene fornito dal compositore nordico Kalevi Aho che sulla scia del vecchio progetto della sua sinfonia n. 8 (per organo ed orchestra) registra la sua “Sinfonia per organo” (Bis Records), composizione solitaria che trova uno spazio totale che la sinfonia n. 8 non aveva. (lì l’organo dettava solo le linee essenziali della composizione). L’eclettico John Zorn pubblica la sua prima prova nello strumento: “The hermetic organ” è un lavoro che è frutto dell’improvvisazione (non ci dovrebbe essere una parte scritta) e che dimostra come Zorn abbia ben impressa la storia dello strumento che non passa solo attraverso la composizione classica, ma coinvolge anche quella ritenuta minore e consequenziale dell’organo rock.
Nota:
*tutte composizioni racchiuse in un cd della Koch Records “Zeit – Contemporary Organ Music” che comprende anche altri compositori.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.