Andrea Centazzo Invasion orchestra: The battle

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cover painting adaptation of The Battle of Anghiari, Leonardo Da Vinci
Una delle peculiarità del percussionista Andrea Centazzo è quella di aver costruito una buona parte della sua carriera sulle operazioni orchestrali, il che non è tanto comune se prendiamo in considerazione musicisti provenienti dal free jazz o dalla libera improvvisazione; l’accrescimento strumentale è stato da lui ponderato e commisurato alle esigenze storiche della musica: se negli anni settanta, agli albori della carriera, Andrea aveva sposato un modello di “ensemble” allargato (che di regola comprendeva in media sette elementi) che era un’estensione del concetto di libera interpretazione di gruppo, dopo il 1985 si spostò su concezioni orchestrali che erano frutto delle teorie classiche della composizione, con un controllo totale della scrittura. Al primo periodo fanno parte le esperienze filo-newyorchesi dell’ “Environment for sextet” o di molte registrazioni importanti costituite con la Mitteleuropea Orchestra*, che muovendosi in direzione di analoghi esperimenti fatti in altre parti del mondo, rappresentavano quanto di più avanzato si potesse raggiungere in quel momento per le orchestre di jazz: la “free improvisation” pur scaturendo dall’impostazione jazzistica era qualcosa che si avvicinava alla musica creativa, quella che costruiva abbinamenti con la cosiddetta “contemporanea” di John Cage e portava all’estremità del guado il discorso sulle “dissonanze” e “atonalità” così come era scaturito dai compositori della seconda scuola viennese e in tema percussivo da Edgar Varese e George Antheil.
Nel secondo periodo, inaugurato dall’omaggio a Pasolini in “The shadow & the silence” del 1985, Centazzo si spostò verso una scrittura che era in debito subdolo con le sue scoperte fatte in Bali, che incorporava una dose esplicita di “minimalismo” (nell’orbita di quello americano di Reich e Glass), qualche volta anche affiancata da una partitura più tradizionale, nel solco di quella occidentale (si pensi all’introduzione in stile operistico dei soprano o ad alcune tessiture post-romantiche) con evidenti inserimenti impliciti di jazz distillato negli assoli; Andrea ebbe il merito di trasferire in maniera sintetica le sue conoscenze in un prodotto in cui l’abilità percussiva veniva inglobata in una struttura ad “effetto” ed episodi come “Cjiant” o come documenta il recente validissimo “Rain on the borders” non solo dimostravano la validità e l’attualità della scrittura ma mettevano in luce anche la poliedricità non asfittica della musica rincorsa dal percussionista in una debordante marea di prodotti post-moderni. Centazzo poi completò il suo excursus negli ambienti orchestrali realizzando varie partiture nel sinfonico e nel balletto di cui “Heart of wax” ne costituisce il suo climax.
Centazzo il 6 aprile del 2012  allo Stone di New York festeggiò la Ictus R. nei suoi 35 anni di vita mettendo assieme un’altro ensemble di largo raggio composto, per quella sola occasione, da musicisti italiani e in parte americani appartenenti al suo giro di musicisti apprezzati: la “Invasion Orchestra” è un collettivo di grandi personalità** che tentano di simulare le emozioni di una giornata di antica memoria nelle gare di corsa romana con il carro: “The battle” può considerarsi un prolungamento dell’attività della Mitteleuropea Orchestra ed uno dei suoi più riusciti tentativi di abbinare l’approccio improvvisativo con una fluida e minima composizione di base; quindi da una parte vi sono dei temi compositivi che si rifanno alla grandeur e alla spericolatezza di quel tempo storico, dall’altra si offre ai vari partecipanti la possibilità di introdursi nei brani con le loro eccellenti e personali improvvisazioni.

 

 Note:
*”Doctor Faustus” con registrazione live fatte tra il 1980 e il 1983 in Italia; il fondamentale box di 6 cd “The complete recordings” con registrazioni effettuate tra il 1979 e il 1983 sempre in varie città italiane.
 **Umberto Petrin (piano), Dave Ballou, Brian Groder, Guido Mazzon (trombe), Carlo Actis Dato, Achille Succi, Roberto Ottaviano (sassofoni), Giancarlo Schiaffini (trombone), Gino Robair (batteria ed electronics),Riccardo Massari (eletronics e piano) Giorgio Vendola (contrabb.), Lisle Ellis (basso elettr.)
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.