Discussione sull’armonia modale

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 Per quanto riguarda l’armonia tonale c‘è una gran quantità di testi, quasi tutti di buon livello, per molti di essi esiste l’ostacolo della lingua in quanto sono scritti soprattutto in lingua inglese. Nel campo della armonia modale non c’è molto ed i pochi testi di buon livello sono scritti in lingua inglese e sono quindi impegnativi da studiare per chi ha problemi in tal senso. In questo testo mi sforzerò di trasmettervi le mie conoscenze che sono il frutto del lavoro di una vita, non tanto in funzione dello studio in senso didattico o della esercitazione al pianoforte ma piuttosto per convertire al pensiero modale una mentalità formatasi con gli studi classici, per mettere da parte il tonalismo dirompente proposto dai media, per isolare l’influenza afroamericana soprattutto di carattere jazzistico giunta in Italia nel dopoguerra. La formazione di una mentalità modale presuppone la cancellazione o quasi di queste influenze e successivamente la costruzione del pensiero modale. Per entrare nella armonia modale non è sufficiente imparare le scale modali, è come dire che per parlare basta imparare l’alfabeto. Le scale modali sono i mattoni sui quali poi si costruisce il pensiero modale, per costruire tale pensiero non occorre studiare scale, accordi, eccetera, che comunque bisogna conoscere, occorre piuttosto ascoltare musica modale scegliendone la tipologia sulla base del gusto personale all’inizio per poi creare una propria identità, occorre entrare nella cultura che ha generato la musica modale ad esempio leggendo qualche testo di Pierpaolo De Giorgi, notizie sulla cultura del periodo apollineo e dionisiaco della civiltà greca antica, visitare musei, zone archeologiche, solo per fare degli esempi. L’armonia tonale dispone di livelli gerarchici che dispongono i giri armonici in maniera obbligata, consente per questo motivo una libertà limitata al musicista in tal senso, inoltre in essa è la melodia che assume una importanza fondamentale. In armonia modale la melodia non ha tanta importanza, è possibile che essa compaia nel corso del brano anche più volte ma poi lascia libero spazio al sapore del modo, a me è capitato di comporre brani senza linea melodica, in armonia modale la cosa più importante è esprimersi utilizzando il modo che è il centro di tutto, esso rappresenta per il musicista la materializzazione acustica di una sensazione, di un sentimento. Anche in armonia modale esistono delle regole armoniche come in armonia tonale, ma non sono tanto stringenti e tanto obbligate, per cui essa consente al musicista una maggiore libertà espressiva. A mio parere ogni musicista attraversa tre fasi nella propria formazione. In una prima fase cerca di imitare servendosi di modelli, in una seconda fase si rende conto di possedere potenzialità espressive autonome ma ha delle difficoltà a realizzarle, in una terza fase le realizza. Ritengo che lo studio della armonia modale debba intervenire nella seconda fase per dare al musicista i mezzi tecnici per costruire il suo linguaggio espressivo.
Bisogna però avere qualcosa da dire altrimenti si rimane nella fase imitativa e si può diventare anche molto bravi e molto accettati dal pubblico in tale fase, ma è un momento che vola via rapidamente e non da molte soddisfazioni, la storia ci ha insegnato che rimane chi ha qualcosa da dire e da dare a prescindere dalle capacità tecniche.
                                                                                                                  
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.