Elettroacustica e computers alla DaCapo R.

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Elijah's church, Copenaghen, Vesterbrotorv.jpg, public domain
Inizia con una vera e propria raffica di nuove pubblicazioni l’anno 2013 per l’etichetta danese della Dacapo R.: lasciando da parte i compositori per certi versi già conosciuti, è la parte elettro-acustica che sembra ricevere più attenzione in un paese dove la modernità è stata riconosciuta forse qualche anno più tardi del normale ma che ha saputo produrre compositori e istituzioni musicali degni di un paese molto più grande ed istruito sull’argomento.
I tre nuovi cds che vi segnalo esprimono entità diverse di un processo di accostamento degli strumenti alle forme del computer in modo da distribuire creatività: sulla scorta dei primi indimenticabili esperimenti vocali con nastri di Berio si pone “Agnete’s laughter” della compositrice Birgitte Alsted (1942) con una raccolta di quattro composizioni in cui, se si esclude “Melencolia” (un’ottima composizione contemporanea per fisarmonica solo), la Alsted compie un minuzioso e prezioso lavoro di incollatura di voci pre-registrate od oggetti pre-registrati (es. le campane della chiesa di Elias a Copenaghen in “Belletter“) tutta incentrata su una loro esaltazione sonora frutto di software di riorganizzazione: servendosi anche delle apparecchiature del DIEM, la Alsted ha modo di dimostrare come (a differenza di quello che si pensa) anche il collage indistinto di suoni, voci o rumori ha una sua capacità espressiva: specie nella riproposizione del tema “Agnete and the Merman” del poeta Hans Christian Andersen, Alsted lascia un’impronta onirica e veritiera della storia, cogliendo, attraverso la manipolazione certosina al computer delle voci, la profondità, il lamento e l’intensità dei protagonisti: nelle note di copertina il riferimento alla scultura di Suste Bonnén  (attrazione turistica nella piazza Hojbro Plad di Copenaghen) è più che interdisciplinare, poichè la composizione di Birgitte sembra animare il coacervo della scultura. E’ incredibile come rimangano nell’ombra personaggi come lei, che si misurano nelle nuove sfide musicali, con un talento prezioso che aggiorna la storia silenziosamente.
Mogens Christensen (1955) invece nel suo “Pipes and reeds” si occupa delle dimensioni sovrannaturali: le interazioni tra organo ed electronics dànno luogo alla rappresentazione musicale di uno dei temi fondamentali del secolo passato, il cosiddetto quinto vangelo di Tommaso, costruito sui manoscritti ritrovati nel 1948 in Egitto e consistenti in 114 aforismi divisi dagli studiosi in logions: in “Logitanion” un organo incredibilmente presente si confronta con una serie di accorgimenti elettronici che prevedono climax sonori e introduzioni degli stessi detti durante la composizione; si realizza un confronto tra la portata degli scritti e la musica che ben regge: così come gli aforismi di Tommaso delineano uno straordinario potere innovativo nella visuale religiosa cattolica, la musica di Christensen tende a creare uno stato di meditazione confacente ad una lettura avida degli aforismi: colpiscono le note di Ricardo Odriozola che parla di dimensione mistica per la figura di Cristo ….”leaving us with the joyful acceptance of the fact that we do not truly know anything…“. In verità l’avvicinamento dei logions alle dinamiche filosofico-religiose del buddismo o di religioni affini non passa solamente da “Logitanion” poichè Christensen dispensa l’altra lunga composizione “Night Flying Winter cranes” in cui gli effetti di elettronica affiancano una disquisizione creata da un attivo shakuhachi.
La scena “elettronica” danese ha anche un appiglio in quella non molto lontana geograficamente berlinese: soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, un costante flusso di artisti con quelle caratteristiche musicali ha dato vita ad uno scambio di esperienze fruttuoso che ha inevitabilmente galvanizzato anche i giovani compositori danesi: tra questi Ejnar Kanding (1965) e David Hildebrandt  (1976) sono l’oggetto di questo cd “Auxiliary Blue” che li vede collaborare con uno dei tre fondatori dell’etichetta discografica di Berlino, la Raster-Noton di Frank Bretschneider (gli altri due sono Alva Noto e Olaf Bender); Ejnar Kanding, in particolare, ha creato anche un proprio ensemble, la Contemporànea ed una piccola label per le registrazioni, mettendo a frutto tutta l’esperienza accumulata sulle varie interazioni moderne dell’elettronica con gli strumenti acustici: è una simbiosi per niente scervellotica, molto “colorata” come nelle intenzioni di Kanding che unisce l’implacabilità dei suoni sordi e quasi in dub di Bretschneider con le evoluzioni quasi sottovoce della sua Contemporànea. “Auxiliary Blue“, composto per descrivere il grattacielo della Dexia (famoso colosso della finanza belga) è l’attrazione principale di questo cd e favorisce l’idea di una compenetrazione musicale negli ambienti e negli uffici della costruzione, dàndo vita ad una compassata view musicale che si sostanzia di un ottimo lavoro di ricostruzione teso ad esprimere la surreale vita quotidiana e la pressante incoerenza del mondo finanziario. Hildebrandt, invece, in “A different kind of tension“, esalta le combinazioni percussive, a fronte di una innocente base di musica elettronica distribuita da Bretschneider.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.