Un giorno di giugno del 1747 un insegnante di Lipsia era al lavoro nella lussuosa residenza di un suo committente, residenza molto curata, con tanto di piante e giardini largamente estesi attorno alla costruzione, così come era usuale in quel tempo. Ad un tratto, mentre era immerso nei suoi studi ed erano calate le ombre serali, quel musicista si accorse di una presenza umana appena fuori dalla sua stanza e si avvicina ad essa per capire di chi si tratta. Trova dinanzi a sè due giovani avventori (un uomo e una donna) apparentemente mal vestiti per quell’epoca, che lo invitano senza parole ad addentrarsi nella loro dimensione (Song of the Pylons); i due, presentandosi come ambasciatori del futuro, mostrano al maestro come in un sogno i progressi che avrebbe potuto fare il suo strumento (un ottimo harpsichord donato a corte), gli fanno ascoltare un pianoforte suonato in maniera anticonvenzionale, anche suonato al suo interno, e alcune linee di harmonium (uno strumento che il maestro sembra riconoscere perchè ha suoni simili al suo organo di chiesa); il clavicembalo emette un atonale flusso continuo di note, in simbiosi con estemporanei punti sonori dettati dal piano, clusters veloci e pizzicate interne nelle corde dello stesso, sembra di ricreare un’atmosfera nuova, che richiama in maniera esplicita l’esoterico e la magia (The changes wrought by the recurring use of tools). I due avventori mostrano all’insegnante come sarà possibile prendere ispirazione dall’ambiente circostante, di come la musica potrà ambire ad esprimere fattori biologici: i due, delicatamente paventano di come sarà possibile scrivere o improvvisare musica senza dover passare dalle solite regole, della libertà di liberare un mondo interiore, comunque oggetto d’arte, che obbliquamente attraversa gli strati temporali, eventi ai quei tempi non immaginabili (Lichens); ventate progressive di harmonium e un piano preparato servono per mostrare la vicinanza dei suoni al sentimento, l’espressione dell’inanimato diventerà il leit-motiv del XXI secolo (Sorroundings); ancora gli fanno notare come la scoperta del pianoforte “tonale” che prende forma nel suo tempo, finirà irrimediabilmente per sconfinare nell’espansione fisica dello strumento, con la possibilità di immergersi in una nuova dimensione discorsiva dove è il suono che regna sovrano e non c’è più solo cuore (Ash Canopy); mentre le visioni stanno per finire ed è venuto il momento di andare, i due giovani indicano che è necessario rifare il percorso al contrario per tornare alla realtà vissuta, perciò essi si prendono cura di ri-accompagnarlo all’origine, con una tenue linea di harmonium e alcune stridule note ottenute con ingegnose ed efficaci combinazioni sillabiche mano/tasti del piano (Remnant). Il musicista è estasiato, ha appreso cose che non si sarebbe mai sognato di immaginare, è in debito con loro. In “Gardener” succedono tutte queste cose. Ah dimenticavo, l’insegnante era J.S.Bach e i due giovani Chris Abrahams e Magda Mayas.