Thea Musgrave: Chamber works for oboe

0
421
Dell’incommensurabile lavoro svolto dalle sorelle Boulanger prima o poi se ne dovrà parlare. Nel frattempo una delle pupille di Nadia, la compositrice scozzese Thea Musgrave, giunta alla veneranda età di 85 anni, continua a stupire per il fatto di scrivere coerentemente sullo sfondo di uno scenario che si è frammentato ed alterato. Ampiamente riconosciuta come la compositrice che ha approfondito l’idea musicale del “drammatico astratto”, la Musgrave in realtà è stata equamente compensata anche nel circolo vizioso dell’opera classica. Il modo con cui la compositrice ha condotto la sua carriera acclara l’idea non generalizzata di come molti compositori spesso vivano due dimensioni nel corso della loro vita artistica, quella in cui riporre tutti i segreti intimi delle proprie visuali e quella che ha dovuto mettersi in relazione con le maestranze e il grande pubblico: questa divaricazione è circostanza invero piuttosto frequente nella storia musicale, basti pensare all’Italia della nostra lirica ottocentesca quando compositori come Verdi, Rossini, Puccini, etc. hanno dovuto affrontare i gusti e le esigenze dei destinatari del loro lavoro ed alimentare melodie scontate, legate ai fattori della sopravvivenza economica (di cui però inconsciamente non se ne è mai fatta menzione). La Musgrave, che è stata anche conduttrice d’orchestra, ha avuto un ruolo attivo nel continuare a edificare costruzioni sempre più edotte in quel concetto di estrapolazione di contenuti drammatici resi in forme non tonali o regolari; con un piglio compositivo nato dal favore accordato alle orchestre, la compositrice scozzese ha diviso la sua carriera tra l’opera (la divaricazione scontata di cui si parlava prima) e le composizione concertante (quella positiva). In quest’ultima, ella è stata artefice di una scintillante riproposizione di temi musicali e sub-letterari, in cui dare sfogo agli umani pensieri che spesso affollano la nostra mente, riuscendo, proprio grazie alla sua sapienza orchestrale, a costruire un medium piuttosto evidente tra pensiero, musica ed evocazioni di immagini. (vedi per tutte la grande motilità strumentale e fisica della figura di “Helios“). Thea non è mai stata una tonalista completa, ha sempre rivolto la sua attenzione ai paradisi sonori che l’atonalità o le serie semplici potevano aprire, una compositrice che può essere annoverata tra quelle, che partendo dagli albori dell’espressionismo di Schoenberg e aderendo alle evoluzioni anglosassoni del novecento in tema di orchestre, hanno contribuito a mantenere in vita un idioma stilistico. Ma in odore di rivalutazioni direi che la Musgrave ha fornito anche parecchi contributi fondamentali nella composizione concertistica dedicandosi all’ottimalità di inserimento di alcuni strumenti quasi sempre trascurati o parzialmente esclusi da un possibile ruolo da solista nelle orchestre, esaltandone le qualità acustiche e della partitura: mi riferisco all’oboe o al corno, in cui è riuscita a sviluppare dei potenti giochi di contrasto tra essi e pochi altri strumenti anche in gruppo (oboe/corno contro piano, contro flauti e clarinetti, contro strings); in particolare il contrasto tra il suo strumento principe, l’oboe, e i rimanenti, vengono ben raccolti in un compendio discografico appena pubblicato dall’Harmonia Mundi, “Chamber works for oboe“, sebbene la Musgrave abbia forse già scritto i suoi testamenti del caso nel passato, nel periodo 1968-1995, approfondendo in maniera perfetta i preziosi consigli dei suoi maestri.
Discografia consigliata:
-Memento vitae, Helios, Night Music for chamber orchestra, The seasons, Nicholas Daniel, Scottish N.O., BBC S.O., Nmc
-Concerto for orchestra; Clarinet Concerto; Horn Concerto, etc, London S.O., Scottish N.O., Lyrita
Articolo precedenteProdromi di una nuova civiltà musicale?: il caso di Claus-Steffen Mahnkopf
Articolo successivoMassimo Barbiero: Sisifo, la fatica della ricerca
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.