Uno dei momenti topici del primo periodo della carriera della sassofonista danese Lotte Anker fu la pubblicazione di “Beyond the mist“: un album di jazz organizzato con il quartetto di Mette Petersen, in cui la Anker mostrava un suono raffinatissimo, elegante, figlio di una passione incondizionata a Coltrane e Shorter. Da quel momento, però, la Anker sentì che il suo vero percorso doveva essere più contemporaneo nel senso di un free più slegato dai modelli tradizionali ed inserito nelle tematiche della musica contemporanea.
L’organizzazione di una istituzione didattica, il Copenaghen Art Ensemble e una serie di collaborazioni fondamentali con la pianista Marylin Crispell modificarono radicalmente le prospettive. Da Poetic Justice in poi, album in trio con Crispell e Mazur, la Anker è diventata un’indiscutibile leader della proiezione jazzistica libera al femminile; ma la cosa più importante è che ha avuto modo di sviluppare in maniera definitiva il suo stile alle varie tipologie di sax (alto, tenore, soprano): quello della Anker è un sax artistico, sempre vellutato e lirico ma divenuto nel frattempo più attento anche agli stati di ansia e confusione. Non c’è solo Coltrane ed uno spazio melodico da gestire, subentra anche una proficua sperimentazione tesa alla creazione di suoni sfilacciati, smozzicati come quelli di Triptych (il trio con Taborn e Cleaver), suoni che sembrano provenire dai pensieri del genere umano in attesa di risposte e che fa sentire la sua drammaticità in uno spazio che raggiunge un livello di strazio più che tollerante se paragonato a quelli di Ayler. E’ una musica che proviene spesso da fasi al limite del silenzio, ma che poi fa sentire incredibilmente tutto il suo peso.
Il trio con Taborn e Cleaver ha avuto modo di migliorarsi in altre due pubblicazioni per la Ilk Music, registrazioni di concerti dal vivo effettuati a Copenaghen e a Colonia (Floating Islands e Live at the Loft) in cui non solo si apprezza le splendide interazioni tra i musicisti del trio (che ormai possono infilarsi tra i migliori trii a livello internazionale), ma si ha la conferma che la Anker presenta, in misura crescente, apparati improvvisativi che si riconducono ad una piena contemporaneità dei suoni (in termini di tecniche utilizzate).
“Birthmark” è il suo nuovo lavoro registrato a Lisbona per la Clean Feed, con l’ossatura del Red Trio, ossia Hernani Faustino al contrabbasso e Rodrigo Pinheiro al piano: la sostituzione del contrabbasso con la batteria costituisce per Anker un nuovo stimolo al dialogo musicale, che da parte sua riserva sempre bellissime sorprese: quello che a prima vista sembra un invito spocchioso è invece frutto di un sapiente equilibrio delle parti strumentali, come se Coltrane si fosse avvicinato a Parker o a Butcher. La condotta improvvisativa, che spazia tra raffinate convulsioni, passaggi melodici e reflussi armonici garantisce sempre un risultato di alta qualità: Pinheiro fa riassapore Cecil Taylor, mentre Faustino colpisce il suo contrabbasso a mò di un pittore che deve rilasciare sul suo quadro tensione e colore allo stesso tempo.