Dai Fujikura: Ice

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L’allargamento degli orizzonti in favore delle tematiche degli armonici e delle risonanze è circostanza che trova sempre più conforto nelle nuove generazioni di compositori. Penalizzando forse il livello strumentale di insieme e accorciando le distanze con tutti coloro che in qualche modo si occupano di donare un cervello ed un’anima ai suoni, si assiste a forme sempre più sofisticate di interazione tra gli strumenti e il loro spazio esteriore, quello che io chiamo sovraesposizione.
Se le prime concezioni sugli effetti delle risonanze risiedevano già nei modernisti americani del novecento nonchè in talune zone dell’Europa, fu con Cage e Stockhausen che si ebbero le prime ridefinizioni in materia di suoni lanciati nel tempo e nello spazio: Cage ampliò il raggio d’azione fino ad arrivare all’armonicità dei silenzi, Stockhausen ne propose un primo livello di organizzazione: ma queste lezioni sui suoni, approfonditi in maniera estesa dagli spettralisti, allargarono il loro campo di interesse a tutta la musica (compresa quella leggera), fornendo lo spunto per la costruzione di paesaggi sonori a duplice contenuto sonoro: da una parte la scoperta di particolari suoni andava incontro alle esigenze di benessere dell’ascoltatore, dall’altra si creava un’equivalente in musica delle sculture artistiche (basti pensare a Roach e a tutta la materia della psicologia acustica).
Dai Fujikura nasce nella generazione dei compositori inglesi intrisi della modernità musicale e come gran parte dei compositori di origine orientale, egli, pur avendo una propensione alla tendenza cinematica della musica, Fujikura sta compiendo anche percorsi più “europei” e le giornate passate al SWR Experimental Studio di Freiburgo (1), centro specializzato di eccellenza per la composizione assistita dalle tendenze tecnologiche avanzate dell’elettronica, sono la dimostrazione di quanto sia importante sviluppare concetti in àmbiti creativi.
La Kairos pubblica “Ice”, un cd di 6 sue composizioni dove i temi dominanti sono la chitarra e l’elettronica: le tre composizioni dedicate alla chitarra delineano accoppiamenti graduali e differenti: infatti “Sparks” è per chitarra acustica in solo ed è basata sulle potenzialità dello strumento in prossimità del ponte; essa costruisce lo stampo per introdurre “Sparking Orbit“, suonata però su chitarra elettrica con live electronics, così come per chitarra elettrica ma con accompagnamento orchestrale è “Abandoned Time“. Lo studio sugli armonici si basa su un intrigante concetto di suono: partendo dai timbri secchi ma risonanti della chitarra lo scopo è quello di costruire un tessuto armonico progressivamente unito a tessuti armonici degli strumenti dell’Ensemble (nel nostro caso le sezioni strings e fiati dell’International Contemporary Ensemble) o a quelli precostituiti dalle apparecchiature elettroniche. Il risultato è che vengono tagliate tutta una serie di frequenze sonore che hanno come conseguenza il fatto di trovarci riversati in un particolare umore delle composizioni, quello vicino ai pensieri di Fujikura.
La scrittura trasversale ed atmosferica di Fujikura si nota anche nelle composizioni più direzionate verso l’organico: in “Ice” (con ancora una parte importante attribuita alla chitarra), l’obiettivo è quello di creare una fioritura di situazioni sonore che colga l’obbliquità della proposta o come spiega Daniel Lippel nelle note come una formazione dove “….the musical material contracts and expands, like water between frozen and unfrozen states (marcato articulations versus legato phrases)...”.
Ma il momento culminante dal punto di vista delle immagini sonore viene raggiunto nella lunga “Phantom Splinter”, una composizione costantemente alla ricerca di armonici che serve per dare una consistenza alla volontà del compositore di creare un’ambientazione sospesa e misteriosa di un ipotetico “viaggio” in una foresta in cui essa riesca, tramite i suoni, a fornirci un dialogo.
Quell’idea di abbinamento tra composizione e ricerca di sonicità si ripete anche in “I dreamed on singing flowers“, per sola elettronica pre-registrata, in cui Fujikura lancia un ponte a tutta la cultura aurale dell’elettronica, avvicinandosi per effetti e contenuti (quelli di provocare attraverso i suoni un’esperienza immaginativa subdola) a quella di tanti blasonati ricercatori dell’elettronica ritenuta leggera.
Nota:
(1) invito tutti i lettori ad aderire in qualche modo alla petizione che si sta svolgendo per salvare la SWR Sinfonieorchestrer dalla fusione con la Stuttgart Radio Symphony Orchestra, evento che non permetterebbe più di destinare energie e innovazione nei confronti della ricerca.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.