VocColours + Alexey Lapin: Zvuklang

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VocColours with Alexey Lapin-p, Sankt Petersburg, GEZ-21, 11.6.2013 (Photographer Viktor Safroshin), from Iouri Grankin's site
In questi giorni su questo blog ricorre spesso il ricordo di Luciano Berio e delle sue concezioni musicali. Specie per quanto riguarda la vocalità, Berio rimane un faro, il vero cambiamento: è grazie a lui che nella nuova panacea avanguardista, riunita nel teatro, si è creata una svolta effettiva e si è cominciato ad analizzare i poteri della voce in tutte le parti del mondo.
E’ proprio sul gioco delle relazioni della voce rispetto ai sentimenti che si pone il lavoro di questo quartetto vocale tedesco, i VocColours (Norbert Zajac, Brigitte Kupper, Gaia Hummel, Iouri Grankin) accompagnati dal pianista russo Alexey Lapin: un assortimento ambiguo per molti ma perfettamente naturale se visto in nome della musica e dell’universalità dell’uomo. Così nelle note interne… “…Germany and Russia are known to have been in a complicated relationship since time immemorial and certainly there were some cultural repercussions of that fact. But this album, if anything, is a glorious example of another line of thought….”.
L’universalità di pensiero viene trovata appunto nella musica: la voce può essere messa in relazione con i nostri sentimenti, anzi è il veicolo per esprimerli, nonostante spesso si creda che ci possa essere una frattura; e l’universalità di pensiero non conosce i confini nazionali. Qui il lavoro sulla vocalità è direi geograficamente totale: partendo da Berio e dalle esperienze del teatro contemporaneo europeo, si trasborda nelle esteriorità del jazz vocalese, prendendo in considerazioni scampoli di americanità attraverso pulsioni “blindate” sulle forme vocali dei nativi americani o quelle biologiche di McFerrin, nonchè arriva un’ombra sul canto tradizionale russo ed orientale. L’impostazione complessiva è chiaramente condensata, e forse un ottimo biglietto da visita su quello che voglio dire in tal senso potrebbe essere “Hey ho” (la traccia n. 2). Lapin, dal canto suo, si limita a creare saggiamente le atmosfere con tocchi pianistici che rimbalzano dall’atonalità alle preparazioni interne al piano.

Zvuklang” è qualcosa che dalle mie parole può sembrare a voi caotico, ma il cui ascolto smentisce sonoramente quella confusione, mettendo in evidenza un progetto validissimo e dei musicisti preparatissimi.

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.