Matthias Schubert/Simon Nabatov: Descriptions

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If the goal of music is to provide an image or represent a feeling, nothing better than to try to make explicit these aspects through descriptive methods. In this way they will be able to creep into the psychology of the listener. The duet between the Russian pianist Simon Nabatov and German saxophonist Matthias Schubert has a lot to correspond to this principle: we listen to an hour of excellent musical exhibitions, where you can recognize a surface of authenticity that is true art.
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Se l’obiettivo della musica è quello di fornire anche un’aspetto visivo o rappresentare un sentimento, allora niente di meglio che cercare di renderlo esplicito attraverso procedimenti descrittivi tali da potersi insinuare nella psicologia dell’ascoltatore. Il duo tra il pianista russo Simon Nabatov e il sassofonista tedesco Matthias Schubert ha molto da corrispondere a questo principio: i due, singolarmente, sono da considerarsi allo stato attuale, due dei più profondi esploratori dei loro strumenti in chiave improvvisativa: Schubert ha condotto studi comparativi allo scopo di coniugare l’improvvisazione libera con le tecniche compositive di Lachenmann, per contro Nabatov ha cercato di approfondire i legami dell’improvvisazione libera (con tutti i suoi crismi) con la capacità immaginativa della letteratura scritta.
Descriptions” è sintomatico fin dal titolo, ovvero pura e semplice descrizione, attraverso la musica, di stadi evolutivi della nostra vita riferiti all’azione (si va da quelli più semplici come l’insistenza o la delusione, a quelli più complessi come l’arricchimento o l’espansione). I due, come al solito, dimostrano la loro bravura facendo largo uso di tecniche non convenzionali, anzi quest’ultime determinano il risultato: composizioni come “Insistence“, “Obliqueness” o “Discretion” (in cui Schubert pare completamente soffocato) rendono magnificamente l’idea, mentre quel percorso pare più difficile nei sedici minuti di “Expansion” o in brani come “Enrichment” o Delusion“, dove la magnifica introspezione creata dai due musicisti ha caratteri molto più soggettivi; probabilmente in alcuni dei sentimenti proposti qualcuno si troverà spiazzato nel dover attribuire la giusta corrispondenza musicale, ma se togliessimo i titoli dei componimenti forse saremmo in altra situazione descrittiva!.

Resta, comunque, fondamentale il fatto oggettivo di poter ascoltare un’ora di esposizioni musicali eccellenti che hanno quella patina riconosciuta di autenticità che risponde all’arte vera.

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.