“In the paranatural world of Hosokawa we find the suspensive instinct of a part of the artistic personality of Ligeti and Xenasis combined with Eastern religious sense and a distorted lens of the classicism of Western music (Mozart, Beethoven): the latter takes on the task of providing the spark of inspiration useful for building a wonderful and metaphisical musical trance. Hosokawa is a careful observer of the concept of beauty. A beauty that is seen with oriental eyes, which vanishes with the depletion of the performance, but it is in this stalemate caused by the incredible emptying of the themes that we see the greatness of this composer.”
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Quando ci si accinge all’ascolto della musica del compositore giapponese Toshio Hosokawa è opportuno tenere in mente quella parte del pragmatismo orientale che è espressione del rapporto dell’uomo con la natura. La ricerca di Hosokawa non si basa solo su un accostamento produttivo tra teorie musicali di differente portata e nazionalità, ma spesso cerca ulteriori scopi reconditi, che attraverso la musica possiamo immaginare: frutto di una più ampia riflessione spirituale, la musica di Hosokawa si articola in una serie di silenzi e crescendo che raffigurano eventi naturali (fiori, stagioni, etc.); come da lui stesso confermato, il rapporto tra uno strumento e l’orchestra è simile a quello che esiste tra uno di questi eventi e lo spazio (anche infinito) circostante. Alcuni preziosi fiori orientali possono sostituire lo strumento solista, mentre acqua, fango, radici o aria circostante sono l’area di simulazione dell’orchestra. Se si ha ben presente questa categorizzazione si arguisce come la scrittura tenda ad immedesimarsi nelle varie situazioni e a replicare in senso musicale gli stati naturali: fiorire o appassire, notte o giorno, inverno o estate possono entrare nell’universo dei suoni e stabilire il proprio ruolo. E’ una teoria che privilegia la contrapposizione tra stadi di silenzio e stadi di intensità strumentale, ma è una contrapposizione necessaria, perchè anche il silenzio ha una sua “voce” matura. E questo Hosokawa lo dimostrò ampiamente nel suo capolavoro “Voiceless voice in Hiroshima”. Hosokawa in molte interviste si ricollega al mondo dei calligrafi orientali, che nei loro enigmatici dipinti materializzano solo una parte della vera azione, in quanto l’atto, il gesto di sollevare il braccio per portare il pennello sulla pergamena è un atto preparatorio con tanto di significato ed incide sul passaggio successivo reso concreto dal dipinto. Così come il silenzio avvolge l’atto finale di riportare il braccio in posizione naturale, un’evento che nelle pratiche religiose buddiste ha lo scopo di segnalare l’assenza di Dio e la ripetizione degli eventi. L’uomo segue queste regole ed è in pieno mutuo scambio con la natura e il suo funzionamento: una circostanza che tutti gli uomini non possono fare a meno che acclarare.
In questo primo volume dedicato alle opere orchestrali del compositore giapponese, vengono inserite alcune sue recenti composizioni in prima mondiale di registrazione, che rispondono in maniera equivocabile al suo stile appena ritratto: l'”Horn Concerto. Moment of blossiming” è affidato a Stefan Dohr, mentre “Lotus under the moonlight” concepito per piano ed orchestra, è affidato alla pianista Momo Kodama. Il trittico è completato da “Chant“, una composizione tesa alla riproduzione della contemplazione del canto Shomyo, con il violoncello protagonista, la quale pur essendo stata offerta a Roham de Saram, qui viene degnamente rappresentata da Anssi Kartunnen.
Quello che passa naturalmente nel mondo musicale di Hosokawa è l’istinto sospensivo di una parte della personalità artistica di Ligeti e Xenasis unita al senso religioso orientale e ad una lente deformata del passato classico della musica occidentale (Mozart, Beethoven) che si prende la briga di fornire la scintilla d’ispirazione utile per costruire una meravigliosa trance musicale metafisica. Qui è in gioco il concetto di bellezza. Una bellezza vista con occhi orientali, che svanisce con l’esaurimento della perfomance: ma è proprio in questo nulla di fatto provocato dall’incredibile svuotamento dei temi che sta la grandezza di questo compositore.
Quello che passa naturalmente nel mondo musicale di Hosokawa è l’istinto sospensivo di una parte della personalità artistica di Ligeti e Xenasis unita al senso religioso orientale e ad una lente deformata del passato classico della musica occidentale (Mozart, Beethoven) che si prende la briga di fornire la scintilla d’ispirazione utile per costruire una meravigliosa trance musicale metafisica. Qui è in gioco il concetto di bellezza. Una bellezza vista con occhi orientali, che svanisce con l’esaurimento della perfomance: ma è proprio in questo nulla di fatto provocato dall’incredibile svuotamento dei temi che sta la grandezza di questo compositore.