Jeff Pearce: With Evening Above

0
451
Ci sono musicisti ambient che maggiormente sposano quel filo conduttore che parte dalle scansioni monodiche di Hildegard Von Bingen, passa per il Debussy di La Mer o dal più convenzionale Satie per poi arrivare al Brian Eno dei quattro testi sacri dell’ambient music e alla chitarra di Robin Guthrie?
Molti, invero, direte voi alla luce di quanto si produce oggi in quel settore musicale. Ma sono pochi coloro che, dimenticando di farsi prendere troppo la mano da sintetizzatori e aggeggi elettronici, hanno puntato sulla migliore riproposizione del “suono” dello strumento: la chitarra elettrica di Jeff Pearce passa per essere una delle più controverse in termini di giudizio critico ed il motivo sta nel fatto che la semplicità delle linee chitarristiche utilizzata dall’americano di Indianapolis, vuol essere un antidoto alla pressioni della modernità che tendono alla soppressione del suono caratteristico della chitarra elettrica attraverso una trasformazione di fondo; Pearce non è il miglior chitarrista in circolazione se il metodo di giudizio è quello della bravura accademica di approccio alla chitarra, non effettua scorribande nè tanto meno scale impervie; il suo scopo è quello di dare la massima dignità ad un suono cercando di renderlo cristallino con la tecnologia disponibile, nel solco di una plurima tradizione della musica votata ad una magnifica semplicità strutturale: un esempio di collegamento che scava nella continuità storica come nel caso di Hildegard Von Bingen o Satie che (rispettivamente per canto e piano) non davano peso a nessun mezzo tecnico ulteriore allo strumento usato: emotività allo stato brado, da cogliere semplicemente cercando di far avvicinare il più possibile cuore e orecchio.
Pearce è entrato nella considerazione massima del pubblico e dei musicisti ambient non solo per il suo carattere di semplicità, ma perchè ha probabilmente creato un sotto-stile nello stile usando i toni lievi, cauti e sensitivi delle chitarra di Eno o di Guthrie, perfezionando la profondità e rendendo acute le vibrazioni di essi. E a differenza dei nomi citati sa presentare non solo pacchetti nostalgici o chiusi in un involucro magico, ma sa regalare dolcezza, vitalità, respirazione. Il suo ultimo album autoprodotto “With evening above” torna negli anfratti chitarristici dopo le infatuazioni verso il piano di In the season of fading light e ricorda la compostezza e il chiaroscuro dei suoi lavori iniziali, dove il loop era ancora un fondamentale mezzo di espressione. Oggi chiaramente in più c’è la maturità compositiva.
Discografia consigliata:
-Daylight slowly, Hypnos 1998
-Bleed, Hypnos 2002
-Lingering lights, Jeff Pearce Music, 2005
-Rainshadow sky, Jeff Pearce Music, 2008
Articolo precedenteOn Making The Rationale for a Space Telescope
Articolo successivoMatthew Burtner
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.