Rank Ensemble is a highly respected quartet, with an academic training, orbiting in the Finnish scene of free improvisation; the four musicians carry out an unusual line of expression between contemporary music and free improvisation, but our comprension is difficult if we haven’t a process of interpretation of their ideas. So, it would be better to find our correspondences, try to get from the sounds a biological similarity (also in a collective sound), and avoid the usual tethers that afflict the average audience of music. Cage, in this regards, gave an immense response.
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Vi è una zona moderna della musica in cui si confrontano stilemi di composizione contemporanea, improvvisazione jazzistica e pura sperimentazione: non è un settore da niente poichè su di essi molti si sentono in dovere di giocare il futuro della musica. Tuttavia non è anche esente da difetti. Procedendo con ordine si possono fissare gli attuali, veri, punti di arrivo della zona suddetta:
a) per ciò che concerne la composizione contemporanea le attuali tendenze sono divise tra approfondimento del suono e regime possibilistico delle tecniche del comporre;
b) l’improvvisazione più avanzata si sta incartando nelle logiche della risonanza, sebbene la partita si articola spesso sulle capacità di trasferire immagini della realtà;
c) la sperimentazione, anche di matrice elettronica, continua ad essere il polo più rischioso del fare musica, soprattutto ora che sembra dilagante il ricorso a qualsiasi tipo di fonte potenzialmente sfruttabile in suono.
Da questa sommaria descrizione se ne ricava come le intersezioni tra tecniche, simulazioni e ricadute del suono conducano alla considerazione che la maggior parte dei prodotti basati su queste caratteristiche devono superare sempre quella barriera del razionale e possibilistico, così come faceva Cage attraverso le sue art performances o quelle composizioni snaturate dall’uso di tecniche di estensione sugli strumenti; quello che è più importante, però, è trovare delle reali consonanze con i temi evocati. Quella della simulazione o del linguaggio subdolo dei suoni porge all’evidenza una “memoria”, che è alla fine la zona richiesta dall’intelletto per instaurare utilmente un giudizio. E a tal riguardo, le emozioni primarie, quelle derivanti dal semplice ed iniziale trascinamento delle capacità sensorie, devono necessariamente subire un processo di revisione, per far spazio alle fotografie movimentate a livello aurale.
Nell’ascoltare questa prima registrazione del quartetto Rank Ensemble, un gruppo molto stimato (di formazione accademica), orbitante nella scena finlandese dell’improvvisazione libera e composto dal canadese James Andean (ingegnere del suono impegnato con piano, aggeggi e electronic sounds), dal chitarrista Solmund Nystabakk, da Elena Kakaliagou al corno francese e Saara Rautio all’arpa atipica, ci si ritrova in una delle più imbarazzanti conferme delle opinioni prima espresse: nonostante i quattro navighino in una inusuale linea di espressione della musica contemporanea e dell’improvvisazione libera, l’utilità di un ascolto specifico trova difficile collocazione se manca un processo di interpretazione delle idee: allora sarebbe meglio trovare le nostre corrispondenze, cercare di ottenere dai suoni una similarità o somiglianza biologica (anche in collettivo), evitando però di passare dalle solite pastoie che affliggono l’ascolto medio della musica e a cui Cage diede un’immensa risposta. A quel punto saremo piacevolmente colpiti da pezzi come The Promise o la lunga Waitersfeld in cui il concetto della serenità strumentale si torce al decimo minuto al destino di una soffocante catarsi, ma allo stesso tempo si rimane delusi da brani come Huget o My lucky star, che non sono capaci di aprire le porte di una identica fantasia immaginativa.