Luigi Nono era fermamente convinto che fosse necessario un nuovo teatro di avanguardia che nascesse dalle ceneri di quello russo e tedesco: la sfida del dopoguerra era quella di raccogliere l’eredità degli esperimenti di Majakowski o di Brecht ed integrarli con l’espressionismo di Schoenberg. Ma il ragionamento di Nono era molto meno che epidermico: non si trattava solo di