The second volume of Swiss recordings after the Japan tour brings us again in that devious state of description, apt to represent the attitudes of the musical scenario. A situation that I had enucleated in vol.1: I do not know if the seven songs of the cd have a pre-established or casual order of appearance, but it is certain that they have a more impressionistic quality, that excellent simulation of which I was talking about in that review. This time you sail above the clouds or in the crevices of the cities’ confidentiality or you discute of Ninja.
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L’improvvisazione moderna, quella totalmente scatenata da clichès e volutamente immersa nel mondo parallelo dei suoni casuali, è qualcosa che può avvicinarsi ad una sorta di concetto di extraterritorialità, un modo di andare oltre il tempo e lo spazio, come descritto in un’intervista dal batterista Donald Robinson:
“…c’è un’attività di giunzione degli eventi attraverso l’uso di suoni, parole, o immagini…una giustapposizione dell’emozione nel connettersi agli eventi, o giustapposizione degli eventi -tempo e spazio – nel connettersi all’emozione. Gli improvvisatori si permettono davvero il territorio della libertà della percezione. Andiamo realmente oltre ciò che la società ci consente di percepire ed esprimere, generalmente parlando. Noi possiamo dare voce anche a ciò per cui altri non hanno parole. Abbiamo la capacità di collocare le perplessità e le percezioni in una dimensione dove i dilemmi degli ascoltatori possono essere raccontati e districati. La musica è, per definizione, un’espressione dell’esperienza che non può essere articolata in parole. Nella vita risposte e visioni possono provenire da moltissimi luoghi diversi. La musica può accedere a questi luoghi simultaneamente….”
Donald Robinson, Tra fisicità e linguaggio, da Interviste sulla musica. Nel gesto nel suono, Erika Dagnino, Casa Musicale Eco.
Queste perfette considerazioni, che da tempo sto cercando di sponsorizzare e inculcare tramite Percorsi Musicali, sono quanto di più moderno e vicino all’ascoltatore di jazz si possa avere dalla musica; gruppi come quello degli Ensemble 5 condotti dal batterista Heinz Geisser sono portavoci di questo jazz contemporaneo che in verità non conosce confini geografici. Il secondo volume delle registrazioni svizzere dopo il tour in Giappone, ci catapulta nuovamente in quello stato descrittivo ambiguo, di atteggiamenti che prefigurano uno scenario subdolo: una situazione che avevo enucleato nel vol.1: non so se i sette brani del cd abbiano un ordine di esibizione precostituito o casuale, ma è certo che essi hanno ancor più quel carattere impressionistico della descrizione, quella simulazione eccellente di cui si parlava allora. Stavolta si naviga sopra le nuvole, negli anfratti della segretezza delle città o si discute di Ninja.