In the Lancino’s musical expression you can always see the creation of an apocalyptic image, a reflection that carries within itself a sense of confusion and convulsion for designed events.
The “Violin concerto” is excellent, played in three specific movements, in a memorable day lived by the Luxembourg Philharmonic Orchestra (conducted by Tamayo) and violinist Isabelle Faust: you can listen to mesmeric phases from beginning to end and you can be projected into a large area of atonality that generates exactly that feeling of ancient/genetic memory completed by the desperation for the nullity of real.
The “Prelude and death of Virgil” is a verify of certain propensities of the orchestra (the Orchestre Nationale de France conducted by Schwarz): it describes nebulae with a charge of mythological dialectical, a charm supported by the composition, with situations in motion full of mystery but condemned to oblivion.
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Thierry Lancino (1954) è un compositore francese che occupa un certo peso specifico nella storia della computer music: infatti agli inizi degli anni ottanta non solo si presentava come un innovatore della musica nel gruppo degli spettralisti francesi, ma è stato in concreto uno dei primi utilizzatori dei programmi Max/Msp nella composizione: Aloni per contralto, children’s choir, ensemble e strumenti elettronici, scritta nel 1987, è un posto fisso in alcune importanti selezioni/compilazioni retrospettive della musica costruita col computer. Gradatamente Lancino ha poi lasciato quel tipo di composizione per ritornare a quella tradizionale; tuttavia, nonostante intensi periodi passati all’Ircam, poco è stato registrato in tutti i sensi. La Naxos sembra aver riscoperto il francese nel 2009, quando permise la pubblicazione di una “Requiem” operatica costruita su criteri non propriamente convenzionali, e adesso pubblica due composizioni probabilmente tra le migliori e più rappresentative dell’artista.
Il concerto per violino, tema sempre scottante di questi tempi, smussa le incompatibilità della Requiem, presentando uno stile depurato ma stranissimo, che risente molto dell’approfondimento poetico effettuato su un tema piuttosto ricorrente nella sua composizione, ossia il ruolo drammaturgico giocato dalla mitologia di Virgilio soprattutto in relazione alla sua morte: questa ossessione è stata esplorata tramite il canto, la narrazione, la forma lirica ed orchestrale e traccia di questa evenienza è presente anche in questo cd in cui viene inserito il Prelude and death per baritono ed orchestra completato nel 2001.
Sebbene le note interne vogliano smentire un qualsiasi collegamento tra il concerto e i preludi e morte, resta chiaro come l’espressione della musica viri sempre nella creazione di un’immagine apocalittica, una riflessione che porta dentro di sè un senso di confusione e convulsione degli eventi pensati.
Il concerto per violino è eccellente, suonato in tre movimenti segnatamente contrassegnati da Lancino, e vissuti in una giornata di grazie per l’Orchestra filarmonica di Lussemburgo diretta da Tamayo e la violinista Isabelle Faust: sono fasi mesmeriche quelle di questo concerto, che dall’inizio alla fine, vi proietta in una zona di ampia atonalità che genera esattamente quella sensazione del ricordo antico, genetico, attaccato alla disperazione della nullità del concreto; qualche ascolto può bastare per confermare che quell’influsso cervicale completamente fuori rotta tonale usato per la composizione elettroacustica sia lo stesso che si genera nel concerto.
D’altro canto il Prelude and death verificava già una propensione dell’orchestra (l’Orchestra Nationale de France diretta da Schwarz) a sistemarsi su nebulose che hanno dalla loro parte l’incanto quasi mitologico della musica: sembra di scorgere cetre antiche, leggende scandite da stati empatici della composizione, situazioni in movimento condite di mistero e condannate all’oblio e soprattutto rivelano una saggia concentrazione sul magnifico testo di Marc Gautron cantato dal baritono Matteo de Monti.