Qualche considerazione sulla tenuta della world music

0
478
Donald Judge, Easter Festival at the Open Air Museum Riga April 2006 0043, https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/, no changes
Una delle domande più scottanti che compositori e musicisti impegnati si fanno è quella riguardo la tenuta delle tradizioni popolari: quanto ancora dureranno i tentativi di rinverdirle, quanto interesse possono ancora dare all’ascoltatore di musica? Esistono altre possibilità?
Non sono domande puerili o inutili perché coinvolgono un ampio spettro di considerazioni che vanno aldilà della musica; investono certamente il rapporto

Articolo precedenteIl nuovo costruttivismo della musica contemporanea russa
Articolo successivoSubliminalità, elettronica e l’esperienza glaciale di Thomas Koner
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.