Piuttosto defilata rispetto alla crema dei compositori russi post anni cinquanta, Galina Ustvolskaya fissò uno standard ben preciso scevro da molti insegnamenti illustri ricevuti. Pupilla di Shostakovich, Galina possedeva il fervore spirituale delle composizioni del suo maestro, ma la sua escatologica insistenza sulla scrittura camerale si fece subito notare per la sua originalità: nei duetti tra piano e violino o nelle