Considerazioni sulla armonia della musica leggera attuale e quindi delle canzoni di Sanremo

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La scala Ionian e l’armonia che da essa ne deriva è un prodotto generato dalla scala lydian cromatica, uno dei tanti.
Possiamo adoperarla come è stata adoperata nei secoli, l’importante è conoscere questa sua origine e soprattutto è importante sapere che essa non è generatrice di accordi. Ovviamente le conseguenze di tutto ciò le lascio al vaglio dell’interlocutore. La scala favorita della lineare, finalisticamente orientata mentalità occidentale è la scala maggiore ionian. Essa è stata la scala preferita dai razionalisti cartesiani, predatori di vario tipo, imperialisti, bande, complessi militari/industriali, menti occidentali in generale, a tutti i livelli delle società occidentali.
Le mie non sono critiche, ma constatazioni. L’importante è sapere che l’armonia nasce da una scala lydia e l’armonia ionica è un piccolo aspetto di essa in largo uso attuale ed anche passato e forse futuro. Ma storicizzando il fenomeno mi chiedo quanto durerà. Tutto sommato la risposta non è che ci interessi molto visto l’arco breve della nostra vita.
Non è detto che ciò che si è fatto per secoli possa essere fatto per tanti altri secoli, non dico neanche di cambiare, l’importante è avere la consapevolezza di DOVE TI TROVI E COSA STAI FACENDO!
Ovviamente l’armonia sanremese è un prodotto delle società occidentali, ma con il tempo qualcosa sta cambiando. Infatti qualche decennio fa nell’ambito della cosiddetta musica leggera i II/V/I si sprecavano ed il V era particolarmente sottolineato dal tritono o da una sostituzione, di conseguenza era maggiormente evidenziata la sua cadenza sull’ I. Tutto ciò era un retaggio della armonia introdotta in Italia dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale e se andiamo più indietro nel tempo l’architettura armonica di J.S. Bach era impostata sul II/V/I. Con il tempo, anche se tutt’ora questa impostazione è ancora invita, le cose sono o meglio vanno modificandosi.
In un  certo senso l’armonia della attuale musica leggera e quindi parlo anche delle composizioni sanremesi va spostandosi verso il modale acquisendone un vago sapore ma non la struttura e le intenzioni.
Quando parliamo di “modale lineare” intendiamo che in una composizione viene adoperato un solo modo o comunque pochi modi ognuno dei quali ha una lunga durata e cioè il ritmo armonico è lento. Esiste anche  il “modale lineare” con ritmo armonico veloce in cui esistono i modi che nascono dalle singole note che costituiscono la scala ionica. E’ chiaro che nelle composizioni di musica leggera vengono adoperati non i modi in senso stretto ma gli accordi terziali che nascono dalle note della scala ionica. Cioè se abbiamo la scala ionica di C, le note sono C,D,E,F,G,A,B e quindi i modi saranno C ionian, D dorian, E phrygian, F lydian, G mixolydian, A aeolian, B locrian. Gli accordi invece saranno C,E,G – D,F,A – E,G,B – F,A,C – G,B,D – A,C,E,- B,D,F. Ebbene nella musica sanremese e in una buona parte della musica leggera attuale sono molto adoperate queste triadi diatoniche originate dalla scala ionica. Quasi sempre il V che nel nostro esempio corrisponde a G7 non viene adoperato come dominante ma come un accordo che non risolve sull? I (quindi in maniera modale) ,quando capita che esso risolve sull’I lo fa in maniera dolce senza esasperare la funzione del tritono e quindi adoperando soltanto la triade G,B,D senza includere il F che sottolineerebbe l’aspetto cadenziate dell’accordo per la presenza del tritono oppure adoperando il G7 sus e cioè aggiungendo la quarta che riduce il sound cadenziale dell’accordo di VII.
La conseguenza di tutto questo è che le linee melodiche diventano meno elaborate e quindi le nuove linee melodiche sono più povere e per attrarre l’attenzione dell’ascoltatore vengono adoperate molto le ripetizioni di frammenti melodici. L’immagine fa il resto. Non so fino a che punto è stata la modalizzazione che ha reso più importante l’immagine oppure è stata l’importanza della immagine che in questi ultimi decenni è cresciuta a generare la modalizzazione allo scopo di non disturbare l’immagine con melodie più interessanti. Certo il discorso a questo punto sconfina in considerazioni di carattere sociologico, politico ecc…….ma non è argomento di questo articolo.
 
                                                                                               
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.