Gabriel Erkoreka

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Un approccio all’arte musicale del compositore spagnolo Gabriel Erkoreka (1969) restituisce uno strano farcito di amore per le strutture casuali, per la numerologia e le imperfezioni timbriche. Queste caratteristiche primarie che in qualche modo depongono per una struttura di base che deve molto alle impostazioni di Xenakis, in realtà vanno corroborate in aumento con altre situazioni; la Verso, principale etichetta spagnola contemporanea, ha pubblicato lo scorso anno una raccolta riuscita di sue composizioni da camera, in cui la teoria musicale della modernità deve fare i conti con parecchi altri elementi della letteratura classica: la passione per i contrasti, che quasi tutti i compositori nutrono in musica, qui viene elevata a potenza, usando spesso i registri estremi degli strumenti, ma la scrittura ha un profondo ritorno melodico con agganci all’impressionismo e al folklore popolare nettamente impressi nella partitura: in questa raccolta le composizioni che fissano lo stile dello spagnolo sono i due Zortzikos composti nel 2001 per pianoforte solo, che pur nascendo intorno all’alea (i musicisti possono scegliere l’ordine di esecuzione) e al numero 5 sviscerato in tutti i suoi possibili parametri in sede di composizione (dalla ritmica agli strati di sovrapposizione), costruiscono il loro impianto atonale sviluppando i temi con ripetute trame di accordi pentatonici e irriconoscibili riferimenti al zortziko, una danza basca; (dentro questa costruzione ci sono sentori di Debussy o di Albeniz, sebbene Erkoreka affermi di riferirsi allo Scriabin di Vers le fiamme).
Questo temperamento si trova in tutte le composizioni offerte nel cd, che vedono una perfomance strepitosa del Trio Arbos, probabilmente artefice della perfetta rappresentazione dell’incisione. Dovunque vada il vostro ascolto, il trio formato da Juan Carlos Galvayo al piano, Miguel Borreco al violino e José Miguel Gòmez al violoncello, fa splendere di luminosità temi complessi, dando l’impressione di una forte interiorizzazione della scrittura. “Trio del Agua” offre un’inevitabile suspence nell’affrontare il cambiamento dello stato dell’acqua (solido, liquido e gassoso), giocando su un tema mercuriale che si rifà alla memoria storica della musica, in pleonastica ripresa delle tonalità estreme di Chopin, che sottotitolò il suo preludio n. 15 come “Raindrop”; in “Aldakiak” si evidenzia più chiaramente la parte folk isolandola e rendendola imponente in una parte della composizione, così come figure ritmiche popolari vengono issate in “Biribiliketa” (in cui compare in aggiunta un ottimo José Luis Estellés al clarinetto).
Erkoreka è realmente un punto di interesse per la nuova composizione spagnola: restituisce la consapevolezza dell’appartenenza senza disdegnare modelli o strutture che hanno rappresentato l’ampio serbatoio ideologico della contemporaneità musicale. Non sono in molti ad avere il pregio di sentire nella composizione anche il “profumo” del naturale (uomini e cose), così da evitare quel monolito concettuale che per molto tempo ha costipato molti compositori in una morsa stilistica asfissiante. Nella ricerca popolare, le composizioni di Erkoreka debordano lo svantaggio del suo maestro Ferneyhough. E la goduria è che è già in arrivo il secondo cd monografico con l’Ensemble Recherche.
N.B. Un’ulteriore raccolta monografica, imperniata sul versante orchestrale, è stata pubblicata in Italia nel 2008 dalla Stradivarius con l’Orchestra de la Comunidad di Madrid.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.