Andrew Staniland: Talking down the tiger and other compositions

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Andrew Staniland is among the heirs of the best Canadian electroacoustic music. He is a composer particularly stimulated by developments of the old classical composition, as well as by the new doctrines of electronics. He is a supporter of the interaction with the instruments and this monographic collection from Naxos is the best thing that you can hear from this Canadian composer and his research.
In these compositions, there is a modern concept applied to an old one: to examine all that can be contemporary (from compositional writing to the new electronic/informatic instruments) and put it in a classical harmonic structure (or at least to try).
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Inutile ribadire come la musica colta canadese stia vivendo un bel momento: tenendo fede soprattutto ai rapporti con l’ambiente acustico e l’elettronica, le nuove generazioni di compositori hanno sviluppato una sensibilità specifica che si offre ad una non semplice generalizzazione di giudizio. Aderendo al fenomeno associazionista, che vede soprattutto in Canada e negli Stati Uniti un notevole punto geografico di riscontro, il Canadian Music Centre ha imbastito da tempo un’organizzazione di compositori locali dediti alla promozione e all’archiviazione di musica e concerti proposti da canadesi, gettando le basi per una proficua scoperta di compositori e musicisti con idee valide ed autonome, addentrati nelle possibilità ulteriori della “vecchia” composizione e nello sviluppo delle “nuove” dottrine provenienti dal mondo elettroacustico.
E’ il caso di Andrew Staniland (1977), già segnalato su queste pagine con Solstice Songs per la commissione affidata al Gryphon Trio. La Naxos continua così a raccogliere l’interesse di questa parte di mondo così sensibile alle prospettive della musica. Il cd monografico di Staniland si incentra sui rapporti tra strumento e parte elettronica, sottolineando possibili punti di forza o meri contrasti trovati non solo nell’attività compositiva ma anche in quella modestamente rivestita come costruttore della componentistica elettronica e si pone nell’ottica di una serie di lavori in cui il verbo elettroacustico viene plasmato per trovare agganci nelle tecnologie interattive fornite attraverso gli strumenti o il computer.
Il cd contiene “Talking down the tiger“, una composizione del 2010 che è tra quelle che ha contribuito ad accrescere la fama di Staniland e che mira ad una soddisfacente integrazione nella scrittura, del lavoro del loop: con lui stesso performer di un eclettico book di suoni precedentemente campionati ed utilizzabili tramite pulsantiera, “Talking down the tiger” avrebbe lo scopo di ricreare un dialogo fra una tigre (rappresentata dall’emulazione dei suoni dinamici del percussionista) e l’immateriale proposto dai loops.
Staniland colpisce ancor di più in Dreaded sea voyage, per chitarra classica e suoni digitali: essendo lui stesso un chitarrista, Staniland compie con più profondità quel percorso di bellezza armonica che si dovrebbe raggiungere dall’interazione della parte strumento e della parte elettronica, grazie anche ad una splendida perfomence di Rob McDonald a cui è stato commissionato; le citate composizioni, così come le altre composizioni per flauto, violoncello e sassofono soprano in solo, si stagliano di fronte agli effetti dei campionamenti, trovando la loro peculiarità nell’essere state scritte per specialisti apprezzati dei propri strumenti; siamo realmente nel guado della partitura contemporanea con musicisti che rimarebbero piuttosto defilati se considerati nella tradizionale area classica della composizione (nel cd queste qualità si riversano su Camille Watts al flauto, Ryan Scott alle percussioni o su Rob McDonald alla chitarra); in Still Turning, composizione per violoncello ed elettronica dedicata ed affidata alle mani di Frances Marie Uitti si compie il collegamento sonoro a Solstice Songs, dove stavolta non sono i solstizi il materiale dell’opera, ma la rotazione gravitazionale dell’asse terrestre: pur non essendo in grado di replicare un fenomeno fisico così complicato, Still Turning è vincente sotto l’aspetto musicale in sé per sé, poiché suggella la riflessione di contro alla dinamicità, sbilancia l’umore misterioso di contro al disegno armonico; il tutto è da ascrivere alla partitura del violoncello, dal momento che l’elettronica sbuca solo negli ultimi cinque minuti addensando ulteriormente le ombre del pezzo che rimanda al ricordo di un Eliot spirituale o delle parole degli imagisti.
C’è un concetto moderno applicato ad uno antico: prendere in esame tutto ciò che può essere contemporaneo (dalla scrittura agli strumenti elettronici od informatizzati) e portarlo in una classica struttura armonica (o quanto meno cercare di dargliela).
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.