Séverin Ballon: Solitude

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fotogramma vimeo Stefan Prins Ensuite,
Il recital della violoncellista francese Séverine Ballon offerto in questa registrazione della Aeon, intercetta plurime vie di fuga dello sviluppo dello strumento. La raccolta di “Solitude” espone sotto un unico ombrello di rappresentazione modalità differenti di trattare la contemporaneità dei suoni; l’ombrello è una sala della Radio Bremen, le modalità si cercano nella scaletta dei compositori commissionati. In verità ciò che nominalmente è indirizzato ad una percezione sonora raggiunta in solitudine con lo strumento, dal punto di vista pratico trova molte derive, poiché il tono generale delle composizioni non versa negli usuali stadi emotivi della solitudine. E’ piuttosto una verace lotta tesa alla conquista di nuovi suoni, utili per incrementare in maniera significativa un repertorio che ha raggiunto già molti gradi di approfondimento. Le prime due composizioni del lavoro sono un ko per molti motivi: per “Solitude“, composizione al violoncello solo scritta da Rebecca Saunders nel 2013, si nasconde un leitmotiv ricorrente delle produzioni elettroacustiche, sebbene non ci sia nulla di elettroacustico nella sua formazione. Con un violoncello modificato in alcune accordature ed un set acustico (i locali della radio) destinato alla migliore rappresentazione possibile delle prestazioni, la Ballon esegue splendidamente una composizione che esalta le dinamiche dello strumento e del pensiero implicito, costruendo coordinate timbriche parecchio vivaci ed aliene (ad es. l’apertura sembra porre un roboante cerchio di suono simile a quello di un motore): è un registro grave ampiamente esplorato che, con le sue evidenti variazioni immerse in un clima di rigetto, dona un concetto piuttosto rabbioso della solitudine. Parimenti, qualità artistiche eccellenti vengono raggiunte nella “Bataille de Caresme et de Charnage” (2012) di Mauro Lanza, un pezzo per violoncello e piano che trova anche spazio nelle preziose determinazioni degli spettralisti; Lanza ha lavorato ad una modificazione armonica di una corda di sol preparata, traendo nuova linfa da un doppio substrato, sia musicale che letterario. Infatti la composizione si ispira al dipinto di Bruegel sulla lotta tra i cibi grassi e magri e ai testi medievali che attraverso la parodia e l’ironia mettono in scena quell’ipotetico duello tra gli animali da carne e quelli delle acque scoppiato per motivazioni religiose: naturalmente queste derive letterarie sono magnificamente espresse nella composizione di Lanza e l’interpretazione della Ballon (che si serve anche della sua voce per sottolineare i dettagli) riesce a creare quella volontà di rappresentare una sorta di chansons de geste del contemporaneo, trovando un ideale congiungimento degli obiettivi nel piano di Mark Knoop (il quale a sua volta usa poche note essenziali e trova l’ausilio di campanelli e gadgets).
La “Parjanya-Vata” (1981) di James Dillon è invece l’unico oggetto di riferimento del passato e pur non essendo particolarmente attraente, riporta in vita il concetto di complessità della composizione in assenza di preparazioni e scordature. A suo modo “Invisibility” (2009) di Liza Lim, si mantiene anch’essa sulla stessa lunghezza d’onda, ma tende a verificare il principio della densità.
Il cerchio si chiude con un’altra recentissima composizione di Thierry Blondeau che riprende il discorso che Solitude aveva aperto: “Black bird” (2013) entra nel novero dei dialoghi tra lo strumento e il supporto tecnologico che fa di tutto per creare un collegamento neurale con la materia del volatile (vengono pre-registrate delle basi a nastro di uccelli): qui entriamo in quei campi di esplorazione contemporanea che trafiggono l’attenzione attraverso processi di simulazione tesi a coniugare il gesto musicale con la relazione ambientale, circostanza che Blondeau ha sviluppato con il progetto condiviso di Biotope; Black bird non è naturalmente un’installazione, ma ha molti elementi (linee melodiche spurie, microtonalità e ovviamente le inserzioni del tape) che ne consentono un accostamento non severo.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.