Invito alla composizione sulla mia “Composizione intervallare n. 1”

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Non ci ho pensato prima, volevo dirvi, cari amici musicisti che è possibile suonare utilizzando come base la mia esecuzione di “Composizione intervallare n.1” (la puoi trovare cliccando qui).

Ovviamente non credo che sia indicato l’uso di un pianoforte perchè i suoni si sovrappongono, ma un qualsiasi altro strumento musicale che abbia quindi un’altra timbrica va benissimo.
In particolare il mio consiglio è:
– eseguire una linea melodica monofonica sovrapposta
– utilizzare gli intervalli senza pensare assolutamente ad una scala diatonica normale oppure alterata né tantomeno alla armonia sottostante.
Vi elenco gli intervalli che ho utilizzato nel brano e che voi dovrete utilizzare.
– semitono
– tono
– terza minore
– terza maggiore
Potete costruire le linee melodiche utilizzando in maniera randomizzata questi intervalli cercando ovviamente di dare un senso musicale alla linea melodica. L’utilizzo degli intervalli indicati è a vostro piacimento senza alcuna connessione con concetti tipo “tonalità” o “modalità”.
Quale è la logica di tutto ciò?
La musica viene recepita e piace in funzione del fatto che esistono delle ripetizioni, ad esempio la ripetizione di una frase musicale anche su diversi livelli scalari o accordale, bene, ripetendo gli intervalli l’ascoltatore si abitua ad essi, ma non subito, e li concepisce come una “ripetizione” per cui li gradisce.
Buon lavoro e…….fatemi sapere.
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.