
Le vicende musicali del trombettista Guido Mazzon ricalcano schemi di approccio indispensabili per comprendere questa aurea età della poetica musicale; c’è un nuovo cd e un nuovo libro (direi quasi inevitabilmente a supporto) che espongono la sua sintesi di argomenti: Neu Musik Projekt è il trio che Mazzon ha imbastito per la parte musicale, trio che lo vede suonare assieme alla clarinettista Marta Sacchi e al percussionista Stefano Giust, mentre Per altre vie, incursioni nella filosofia della musica, sono le circa 100 pagine di un volumetto edito Apollo e scritto assieme al filosofo Guido Bosticco, con cui aveva condiviso già due scritti precedenti*. Diametralmente speculari, le due dimensioni (musicale ed editoriale) ricreano quello che la musica del Novecento non perfettamente allineata ha fornito alla comunità dell’ascolto e che Mazzon ha fatto irrimediabilmente sue. Nell’ambito delle considerazioni musicali Neu Musik Projekt ci rapporta del tentativo di raggiungere una dimensione metafisica, già percepibile alle prime note del lavoro, tramite uno scampanio corredato di emulazioni sonore, un’azione propedeutica alla comprensione delle “altre vie” che scorrono nell’ascolto: la materia del sentire (dove l’ascolto è l’intendere della musica che rigetta la semplice fruizione fisiologica), la complessità del silenzio (“.….esso si espande come un vapore ed occupa tutto lo spazio che incontra…..”), le “relazioni” tra gli improvvisatori (Guido parla di relazioni e rifiuta l’insufficiente valenza dei dialoghi), la grandiosità della partitura visiva (una frontiera didattica imprescindibile per l’esplorazione dell’improvvisazione) sono tutti elementi che tengono in ostaggio una fitta quantità di rapporti dove si mischiano la risonanza, il free jazz, la ricercatezza melodica, il reading letterario, la tecnica astrusa. Mazzon ha più volte ribadito di come la sua visione sia invecchiata rispetto a quello che offre oggi il jazz, ma di come essa possa restare l’unica via per concertare senza nessun pregiudizio l’espressione creativa, su quei presidi necessari ad una corretta funzionalità dell’improvvisazione.

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Nota:
*gli scritti sono La tromba a cilindri e Il mondo non mi vuole più e non lo sa.