Claudio Ambrosini: Song Book for guitar

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Quanto alla composizione italiana per chitarra classica il novecento ha offerto una situazione emblematica: la prima parte del secolo è stata dominata dalla figura di Mario Castelnuovo-Tedesco, in un clima di perpetuato favore per le storie impressioniste e di recrudescenza degli istinti nazionalistici non indirizzati creativamente alla chitarra; la sua composizione fu il punto di arrivo di una scrittura aperta, virtuosa e melodica che tanti avevano rivolto ad altri strumenti in Italia (Angelo Gilardino è riuscito comunque a dare una chance alle Variazioni di Respighi), probabilmente consapevoli che la composizione per chitarra classica avesse raggiunto uno stadio di maturità e necessitasse di ulteriori e differenti sviluppi.
Una prima spinta alla ricerca di nuove soluzioni venne da Goffredo Petrassi allorché compose nel 1959 Suoni Notturni: incominciavano a cambiare gli umori e le tecniche sebbene la situazione in Italia non divenne chiara solo nei settanta, con l’avvento dei contemporanei. L’interesse verso una chitarra classica completamente rinnovata, profusa da Bussotti in Ultima Rara (1969), da Donatoni in Algo (1977), da Clementi in Dodici Variazioni (1980) e da Berio nella Sequenza XI (1987) fu accompagnato da un concomitante slancio verso una visione intermedia, tra quanto prodotto dalla storia e quanto addensato nei meandri dell’atonalità e delle segmentazioni: questo orientamento mediano, partito da Petrassi e Gilardino e corroborato nei settanta dalle composizioni di Bettinelli, può essere facilmente attribuibile anche a Claudio Ambrosini, sebbene la sua intromissione in questa corrente di pensiero dovesse fare i conti con la sua riservatezza e con una scarsa conoscenza presso il pubblico. Per fortuna la mancanza viene colmata oggi grazie ad un’operazione riepilogativa ed insolita della Kairos R., che in prima mondiale di registrazione, viene a supporto del compositore veneziano con un intero Song Book per chitarra, e stabilisce proprio una convergenza nell’anno 1973, dunque (e in molti casi) prima ancora che venisse fuori il movimento contemporaneo italiano per chitarra.
Di Ambrosini si conosce la sua importanza e il suo peso nell’ambito delle discipline contemporanee, non solo per il fatto di aver creato l’Ensemble Ex-Novo a Venezia; membro per molti anni del centro di Sonologia a Padova e principale tutore delle attività musicali del maggior polo di partecipazione verso la musica colta in Italia, la sua operosità si è spesso indirizzata verso un tipo di composizione interpolativa, che ha saputo riaccendere un interesse verso le risorse migliori del primo Novecento (se sentite la raccolta per piano suonata da Orvieto vi renderete conto di quante valide alternative abbia profuso alla memoria debussiana) e suscitare un debito elevatissimo alle arti visive. Quanto alla chitarra classica, Ambrosini continua ad assecondare il componimento poetico (anche breve) e rinforza il cambiamento del notturno, che acquista meno serenità, scambiandola con un riflessivo senso della nostalgia. Ciò che emerge nel suo stile è comunque la convulsione, una miscela da captare nella musica, che suscita un ripensamento/ripiegamento sul valore delle immagini.
Questo Song Book, affidato alle esecuzioni eccellenti di Alberto Mesirca, è una dimostrazione palpabile di un sentiment contrastato, adeguatamente condensato dall’autore, dove la soluzione tecnica è divenuta gradualmente sempre più importante: se nelle Arie e danze, Tre studi sulla prospettiva o ancora nella Ciaccona in labirinto si evocano spettri antichi, quadretti di vita in scena per viottoli e strade dei borghi di città barocche o rinascimentali, Priapo assiderato, Rap o Tre studi “en plein air” indicano complessità: la tradizione chitarristica si stempera grazie ad echi di tecniche contemporanee che ne garantiscono una nuova godibilità (negli studi la pressione controllata sulle corde infusa dalla mano destra che toglie spazio alle armoniche e le scintille ottenute sul ponticello ne sono una dimostrazione).

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.