Nella spaventosa frattura che viene inflitta alla musica classica dopo gli eventi bellici degli anni quaranta, è quasi un miracolo vedere compositori contemporanei impegnarsi nella scrittura del clavicembalo. La serialità e l’atonalità, utilizzate in modalità diversificate, da Gerhard a Kokkonen (che sembrano i migliori esempi di uno sviluppo sullo strumento), non autorizza ancora a parlare di rottura.