Quando si pensa alla creatività si fanno spesso errori di valutazione del suo contenuto: quando usiamo le nostre capacità cognitive per creare arte utilizziamo (più o meno) connessioni che sono a nostra disposizione; sono cose ben diverse quelle del creare dal nulla e quelle del creare sulla base di conoscenze, è quanto divide l’entità divina dall’uomo, significa separare ciò che si forma senza un precedente processo di materialità e ciò che costituisce solo splendido intuito.
Tuttavia se si aderisce ad una visione che propina l’unione cosmica degli elementi del creato, si possono delineare creatività derivate, proprie dei singoli uomini, che lavorano per il progresso artistico: è un discorso che non entra in crisi nemmeno con la creatività computazionale perché non si deve mai dimenticare che ad un robot è stato un uomo a dargli informazioni e a comporlo.
Di improvvisazioni ad alto tasso di creatività se ne nutre il trio Gianni Mimmo-Silvia Corda-Adriano Orrù (rispettivamente soprano, pianoforte, contrabbasso), che ha messo su CD delle improvvisazioni libere registrate al Monserrato Studio di Cagliari; Clairvoyance è titolo programmatico ma non deve sviluppare nell’ascoltatore l’idea di qualcosa che ha a che fare con la magia o l’esoterismo; le note interne di Daniel Barbiero chiariscono a che tipo di chiaroveggenza si va incontro: “…Clairvoyance purports to see the world as a network of significances linked by a revelatory, spontaneous rapport between things and events superficially unrelated…..“, io aggiungerei che c’è persino un mondo poetico che viene chiamato a raccolta, un coacervo di sensibilità; si, perché qui si parla di musicisti particolarmente avvezzi al concetto di sensibilità, che assecondano un particolare funzionamento di un trio da camera; se è vero che ci sono molti modi per far musica camerale, quella richiamata dall’improvvisazione è una scuola delle più ricche al riguardo ed esplorabile: la trance camerale di Mimmo-Corda-Orrù è impostata su tre strumenti che si integrano a meraviglia, soprattutto quando vengono suonati nella speranza che accada qualcosa durante la performance. E’ così che i tre individuano movimentazione, intraprendono quella improba impresa di dare benessere nel durante e ci permettono di emozionarci allo stesso modo con cui si scruta un dipinto o si legge una poesia convincente. Mimmo mette in pratica tutta la sua proverbiale elasticità al soprano, una splendida evanescenza sonora che è in grado di regalare registri acuti con una facilità impressionante e cacciare fuori dal cilindro dei bellissimi multifonici in About to bloom; Orrù è un raffinato innamorato del contrabbasso, sia che suoni con l’arco sia che pizzichi le corde, dà voce al suo strumento ed equilibrio al trio; Corda attende con pazienza di inserirsi nei suoi spazi che sfruttano il cluster, i tocchi interni sulle corde, e gli ondeggiamenti prodotti sulla tastiera.
Clairvoyance è arte contemporanea delle migliori: dentro puoi sentire il Calvino degli alberi, leggere i chiaroscuri di tante forme poetiche, sentire la musica dei clubs di Gordon e Lacy, penetrare lo sguardo in un dipinto astratto condiviso tra il lirico e il geometrico.