C’è stato un momento storico nella musica in cui i compositori più illuminati cominciarono a posare l’orecchio sui suoni concreti, traendone spunto per dedicarci una teoria scritta. Non si trattava più di una generica manifestazione d’interesse, una sensazione utilizzabile per una composizione strumentale, ma di un’impalcatura ben precisa di suoni non tipizzati, sui quali si vollero fissare casistiche, morfologie sonore, criteri di ricezione
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