Uno dei motivi principali per cui Giya Kancheli (1935-2019) è molto amato da scrittori, filosofi o musicologi è il fatto che il compositore georgiano è un emblema dell’estetica decadente del secondo novecento: Dylan Trigg gli ha dedicato uno spazio nel suo The Aesthetics of Decay: Nothingness, Nostalgia, and the absence of reason, provando a spiegare come Kancheli fosse molto vicino a quel concetto