Nella Germania degli anni sessanta non mancò certamente un certo interesse nel rinnovare sostanza tecnica e filosofica a quanto veniva etichettato come “espressione”. Alcuni compositori tedeschi, appena instradati nel loro cammino negli anni vissuti all’ombra di Darmstadt e del post-strutturalismo, dimostravano che erano possibili altri percorsi in cui riversare teorie, costruire politiche musicali e cercare nuove frontiere che