Nel saggio L’evoluzione creativa, Harri Bergson fu uno dei primi filosofi a trattare in modo approfondito delle immagini e della loro durata; Bergson fece notare che esisteva un tempo della scienza, pienamente misurabile secondo criteri convenzionalmente stabiliti dall’uomo e un tempo “reale”, corrispondente a quello dell’esperienza, non misurabile perché frutto del vissuto e di una percezione non quantificabile.