Un magnetico e straniante gioco di specchi: come l’opera fotografica di Jeff Wall apposta in copertina (Picture for Women, 1979), l’immaginario musicale di Gunnar Geisse svia con indole irrequieta da ogni aspettativa e dal canonico “buon gusto”, solcando le sponde di un atonalismo a tal punto radicale da far rabbrividire, in certi casi, persino gli avanguardisti più navigati.