Franco Battiato era un musicista molto popolare e in questo momento del ricordo e della commemorazione sono certo che ognuno di voi avrà un pensiero personale, legato molto probabilmente a vicende personali. Sono tanti i motivi per essere orgogliosi di Franco, un siciliano che giovanissimo si spostò a Milano, nell’epoca in cui il progressive, l’elettronica e la musica contemporanea emergevano come giganteschi scogli dal mare nelle frange dell’intellettualismo e della gioventù italiana. Franco fu un manipolatore di generi musicali, con abilità ed intelligenza trasferì concetti da un campo dall’altro riuscendo ad ottenere risultati estetici sempre a lui riconducibili (anche suscitando diffidenza comunque). Nel tempo ha tirato fuori grandi canzoni per sé e per altri artisti (in questo momento ricordo Alice, Milva, Luca Madonia) e alcune sue movenze, appositamente create in un momento in cui l’immagine video era in forte espansione, sono diventate uno “standard” (pensate a Centro di Gravità Permanente). Nell’ambito della sulla discografia vanno assolutamente rimarcati lavori come Sulle corde di Aries (1973), Clic (1974), L’Egitto prima delle sabbie (1978) e naturalmente i primi albums di svolta verso il pop.
Di Franco si possono certamente condividere i testi, con alcune punte poetiche che si stagliano nella memoria per sempre come aforismi:
…e per un istante ritorna la voglia di vivere ad un’altra velocità…
…ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore…
…si sente il bisogno di una propria evoluzione sganciata dalle regole comuni…
…la luce sta nell’essere luminosi…
Non avrei mai voluto scrivere della sua morte. Penso che oggi l’Italia ha perso uno dei suoi giganti popolari. RIP Franco.