Sul maestro austriaco Georg Friedrich Haas (*1953) gravano sempre enormi aspettative, dovute di certo alla sua radicale visionarietà ma anche e soprattutto al riconoscimento pressoché unanime di “in vain” (2000) come uno dei primi capolavori del terzo millennio. Il culto che lo circonda, tuttavia, non si limita a quella suite così iconica, poiché in seguito l’utilizzo del buio